Il Governo getta un'ancora di salvezza al riso italiano, sprofondato da mesi in una delle crisi più pesanti degli ultimi decenni.
E' stato infatti approvato venerdì scorso dal Consiglio dei ministri il decreto legislativo recante disposizioni concernenti il mercato interno del riso, in attuazione della delega prevista dal Collegato agricoltura.

"Avviamo una riforma attesa da anni dal settore. Abbiamo puntato a semplificare le norme, valorizzare di più le varietà tradizionali italiane e dare più trasparenza in etichetta al consumatore", assicura il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina.
"Continueremo a insistere con Bruxelles per avere risposte ad una crisi di settore che è europea, ma che ci riguarda molto da vicino essendo i più grandi produttori di riso dell'Unione. Lavoreremo anche nei prossimi giorni per avere risposte concrete per i nostri risicoltori, che vengono penalizzati anche dall'ingresso del riso a dazio zero dai paesi asiatici Eba".

Sul tema era intervenuto a inizio aprile l'assessore all'Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, al quale aveva poi risposto il commissario europeo all'Agricoltura, Phil Hogan, assicurando l'attenzione da parte dell'Europa, ma negando la possibilità di applicare la clausola di salvaguardia in quanto non ce ne sarebbero state le condizioni.
 

Le novità del decreto

Il decreto nello specifico prevede: la riorganizzazione e semplificazione della normativa relativa alla commercializzazione del riso, che risaliva al 1958 e il suo adeguamento anche alla normativa europea; la salvaguardia delle varietà di riso italiane; il miglioramento genetico di nuove qualità e la valorizzazione della produzione risicola attraverso l'istituzione di un registro nazionale delle denominazioni dei risi tenuto dall'Ente risi; in particolare il provvedimento mira a dotare la filiera risicola di strumenti giuridici basati su criteri oggettivi e trasparenti e determinati per poter "classificare", dal punto di vista della vendita, l'inestimabile patrimonio varietale italiano. Sono 200, infatti, le varietà di riso iscritte nel registro nazionale e tale numero è di per sé sufficiente a porre in evidenza le dimensioni e l'importanza della realtà produttiva.

Inoltre, il decreto stabilisce la valorizzazione attraverso la denominazione "classico" in etichetta delle varietà di prodotto da risotto oggi più note e maggiormente utilizzate, che sono un patrimonio della filiera risicola italiana, come previsto dai principi e criteri direttivi per l'esercizio della delega; la tutela del consumatore con più trasparenza delle denominazioni sulle etichette; il rafforzamento dei controlli con il relativo nuovo apparato sanzionatorio.
 

I numeri del comparto

Il settore del riso in Italia occupa una superficie di 250mila ettari, con 4mila imprese coinvolte lungo la filiera e concentrate maggiormente tra Piemonte e Lombardia, Emilia e Veneto, con un giro d'affari complessivamente generato di circa 2 miliardi di euro.
 

Il mercato

Per il riso italiano, che rappresenta circa il 70% della produzione europea, è ancora una fase negativa. Le tensioni fra gli operatori rimangono elevate. In particolare ad essere preoccupati sono i produttori, stretti nella morsa di costi di produzione in aumento e da prezzi di mercato che continuano a scendere. Timori alimentati dall'instabilità dei listini e da importazioni che non accennano a diminuire, nel disinteresse dell'Unione europea.
Guardando i listini, ad esempio, il Carnaroli tre anni fa era quotato 300 euro alla tonnellata, la scorsa estate è schizzato a mille euro e quest'anno è di nuovo sceso a 400 euro alla tonnellata.
 

Importazioni selvagge

Una delle minacce più pericolose deriva dall'accordo di importazione a dazio zero dall'Asia. Conti alla mano, le importazioni extra-Ue nel 2016 hanno raggiunto il livello storico di 244mila tonnellate, quasi la metà delle quali in arrivo dall'Oriente e con incrementi dal Vietnam (che ha segnato un allarmante +346%), ma anche dalla Tailandia (+34%).

Tutto ciò non senza conseguenze anche sul risvolto sanitario. Secondo la Coldiretti, infatti, sono state ben undici le allerte di eventuali contaminazioni per il riso e i prodotti derivati, frutto di partite in alcuni casi considerate pericolose per la salute dei cittadini.
 

Riso Gallo, accordi pluriennali

Nei giorni scorsi Riso Gallo ha proposto un accordo con lo scopo di dare maggiore stabilità al prezzo del risone nelle varietà Carnaroli, Arborio e Ribe, evitando gli squilibri nelle quotazioni degli ultimi anni. La base sarà triennale (dal raccolto 2017 al raccolto 2019), con un prezzo fisso in funzione della media dei prezzi delle ultime annate e delle condizioni di mercato.
 

Tensione anche degli Stati Uniti

La Federazione risicola americana (Usa rice federation) si è scagliata contro la decisione del presidente americano Trump di ridurre ulteriormente gli aiuti all'agricoltura, che andrebbero a colpire drammaticamente gli agricoltori americani. 
Secondo infatti l'ultima bozza di bilancio per l'agricoltura i tagli sarebbero passati da un'ipotesi del 21% a una più drastica pari al 27%. Questo andrebbe a colpire anche l'assicurazione federale per le colture, un sistema diffusamente praticato oltre oceano. Il dialogo, per quanto tutt'altro che fluido, è ancora aperto.
 

Altro scenario: il sommelier del riso

Quando si parla di riso a volte il problema è conoscerlo e riconoscerlo. Questo vale anche per l'Italia, dove sono 202 le varietà di riso registrate dal ministero per le Politiche agricole.
E' per questo che sono nati i primi corsi di sommelier del riso, al loro debutto assoluto nazionale grazie all'associazione Acquaverderiso di Brescia, di cui il Corriere della Sera dà notizia. Tecnici, esperti degustatori, giudici professionisti abilitati a parlare del vasto mondo del riso si rivolgeranno ad appassionati, ristoratori, a gastronomi e a cuochi per passione o per professione. L'obiettivo è quello di fornire strumenti sensoriali per valutare adeguatamente il riso, attraverso le analisi sensoriali.

Ogni piatto, infatti, dalle minestre ai risotti, fino al sushi, ha bisogno di una varietà specifica di riso, che deve essere scelta con cura e con una preparazione adeguata figlia della conoscenza, dello studio, ma anche di comparazioni basate sulla vista, l'olfatto e il gusto.