Un conto decisamente troppo salato, secondo Confagricoltura, causato da una gestione dei controlli poco accurata e da una scarsa sensibilità nelle misure messe in atto nel momento in cui si riscontrano le intercettazioni. “In un momento delicato come questo – rimarca l’Organizzazione degli imprenditori agricoli - in cui le imprese agrumicole sono ancora alle prese con la gestione dei danni provocati dal cosiddetta 'tristezza degli agrumi', se nel territorio italiano si riscontrasse una nuova malattia, la situazione del settore diventerebbe catastrofica”.
“Per questo motivo – dichiara il presidente di Confagricoltura Mario Guidi - abbiamo scritto, in primo luogo, al ministro Martina chiedendo di attivarsi affinché vengano messi in atto controlli seri ed efficaci in tutti i punti di accesso”.
“Dobbiamo alzare il livello di attenzione e abbassare il livello di tolleranza – aggiunge il presidente della Federazione agrumicola Gerardo Diana – avendo il coraggio di sospendere le importazioni di agrumi che provengano dal Sud-Africa o dal Sud-America o da qualsiasi altro Paese a rischio”, nel momento in cui si riscontra la prima intercettazione (sia che si tratti di Citrus Black spot, sia di Citrus Canker o di Huanglongbing, che è alle porte). Solo così possiamo tutelare il nostro patrimonio agrumicolo, che interessa 130mila ettari di superfici investite e 80mila aziende localizzate nell’Italia meridionale”.
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Confagricoltura