Lo scorso anno le aflatossine hanno danneggiato quasi il 20% della produzione di mais nazionale, provocando danni per oltre 100 milioni di euro. E' quanto emerso dal protocollo operativo stilato autonomamente da Confai. L’organizzazione delle imprese agromeccaniche e agricole presieduta da Leonardo Bolis, inoltre, sul punto scrive all’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava. “Il problema delle micotossine riguarda sostanzialmente le regioni del Nord Italiaafferma Bolis – e siamo certi che un’attenzione maggiore per risolvere il problema può essere garantita dalla Macroregione agricola del Nord, vista anche la rapidità con la quale ha affrontato due grandi questioni rimaste per molto tempo irrisolte nella filiera suinicola”.

Il tempo è un fattore importante e Marco Speziali, presidente di Confai Academy e di Apima Mantova, afferma in merito: “Quest’anno, in base all’andamento meteo-climatico, non sono ad oggi previste situazioni di emergenza con le aflatossine. Ma è meglio che gli operatori possano contare su un protocollo efficiente e concreto, che indichi le modalità di analisi e individui le responsabilità di ciascun attore”.

All’assessorato all’Agricoltura della Regione Lombardia e al ministero della Salute Confai ha inviato le proprie osservazioni sulle fasi di conferimento del mais nei centri di raccolta, essiccazione e stoccaggio e per la tracciabilità delle partite. “La nota emanata dal ministero della Salute – polemizza Bolis – rimane piuttosto vaga e ciò potrebbe addossare indistintamente responsabilità a quelle imprese che operano in qualità di centri di raccolta, essiccazione e stoccaggio. Il risultato delle procedure operative emanate dal ministero della Salute sarebbe stato senza alcun dubbio più efficace se fosse stata convocata per un’audizione Confai, che associa molte imprese agromeccaniche operanti nel settore”.