Martedì 13 giugno si è tenuta l'ultima riunione della stagione del Comitato Marketing di Assomela, il Consorzio delle Organizzazioni di produttori di mele italiani che rappresenta il 75% della produzione melicola nazionale.

 

L'incontro è stato una occasione per fare un bilancio della campagna 2022/2023 e per discutere circa i possibili scenari relativi alla prossima stagione.

 

Le giacenze di mele italiane al 1° di giugno si fermano poco al di sotto delle 200.000 tonnellate, inferiori del 23% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Solo l'11% dell'intera produzione italiana destinata al mercato fresco è al momento in stock.

 

Le giacenze sono estremamente basse per la Golden Delicious – a 105.000 tonnellate. Le vendite di tutte le varietà, anche delle cosiddette "nuove", hanno subito una forte accelerazione nell'ultimo mese, tanto che per alcune cultivar, ad esempio la Fuji, la stagione, con un certo anticipo rispetto al previsto, può dirsi conclusa.

 
In termini di volume sono state sostenute anche le vendite di prodotto biologico; tuttavia, per questo comparto le quotazioni hanno fatto fatica ad adattarsi alla condizione di mercato non subendo nessun adeguamento significativo nel corso della stagione.

 

I ritmi di vendita del mese di maggio sono stati piuttosto sostenuti, spinti da una domanda condizionata anche da un clima e temperature piuttosto basse, e certamente pure dalla poca disponibilità di frutta estiva.


Sebbene i produttori abbiano attentamente rimodulato i piani di decumulo per garantire la presenza del prodotto sul mercato fino all'inizio della prossima stagione commerciale, si è concordi nel sottolineare che un finale di campagna "accettabile" non possa in alcun modo riscattare una annata commerciale che è stata certamente difficile e nella quale né la situazione di mercato né i maggiori costi sostenuti dai produttori si sono riflettuti – se non in casi particolari – in un adeguamento delle quotazioni.

 

Sul fronte delle previsioni di produzione per il 2023, sebbene sia ovviamente troppo presto avere un quadro definito della situazione, ci si attende – alle condizioni attuali – un raccolto italiano nella media e dunque leggermente in risalita rispetto a quello del 2022.

 

Con una produzione probabilmente nella media anche in Europa, stock pressoché azzerati in agosto, un buono "strascico" lasciato dalla parte finale della campagna precedente e una pressione che non dovrebbe essere altissima del prodotto dell'Emisfero Sud, le premesse per un buon inizio di stagione sembrano esserci. Resta fondamentale la collaborazione tra tutti gli attori della filiera, dalla produzione, alla distribuzione per arrivare al consumatore e al riconoscimento del giusto valore del prodotto.