Per migliorare il clima lavorativo e il benessere dei dipendenti uno strumento prezioso è il welfare aziendale: un sistema, un'opportunità, che potrebbe essere o diventare realmente un valore aggiunto per ogni settore produttivo.

 

Si tratta del nuovo traguardo ad integrazione della retribuzione: cioè l'insieme di iniziative, beni e servizi che l'azienda può mettere a disposizione dei propri dipendenti, per aumentare il loro benessere e favorire la conciliazione tra vita privata e professionale. Un completamento al cuneo fiscale che però ancora, nonostante tante promesse, tarda concretamente ad affermarsi definitivamente, forse anche perché non "direttamente" normato.

 

Di tutto questo si è parlato al webinar "Welfare aziendale, crescita e opportunità", ultimo appuntamento della rubrica "Detto e fatto" di Confagricoltura e dell'Unione Provinciale Agricoltori di Siena, trasmesso in diretta sui canali social lo scorso 5 dicembre.

 

La pandemia e la guerra hanno creato criticità al sistema Italia e oggi le economie non sono più sufficienti per garantire assistenza a tutti e in maniera esaustiva e quindi, come ha precisato Laura Castaldi, professoressa di Diritto Tributario all'Università di Siena, durante l'introduzione al webinar: "Ora più che mai è importante un welfare secondario che possa integrare il nostro sistema assistenziale".
 
Giuseppina Mortillaro, avvocata giuslavorista e professoressa a contratto all'Università di Pisa, ha poi evidenziato con dovizia di particolari il fabbisogno, sia in termini normativi che sindacali, del welfare aziendale affinché possa essere un elemento strutturale del nostro sistema. Basti pensare che già nell'Ottocento esistevano imprenditori illuminati che si adoperavano per questi meritori interventi.
 
Con Elisa Paolieri, consulente del lavoro e consigliera nazionale Angcdl, si è fatto il punto sugli aspetti pratici della predisposizione di un piano di welfare aziendale, ed è stata sottolineata "l'importanza di carattere fiscale per le aziende, anche se diventa dirimente per una ottimale applicazione una programmazione da parte delle imprese. Sapere della disponibilità all'ultimo momento non facilita certamente una adesione ampia e significativa. Non sfugga nemmeno l'impatto sui lavoratori, relativamente ad un efficientamento aziendale, produttivo e di fidelizzazione".

 

L'esponente di Edenred Italia, Valentina Maggiore, ha evidenziato come sia importante avere un welfare non "ingessato" ma capace d'intercettare le necessità dei dipendenti. In fin dei conti, e per sua definizione, detto istituto serve proprio a questo soddisfacimento.
 
Ma cosa succede negli altri Paesi europei? Una testimonianza di quanto accade in Germania, è stata portata dall'avvocato Armin Schürer che ha raccontato "quanto sia sentita questa opportunità. Ci sono molte 'offerte' e questo testimonia la sensibilità tedesca"

Forse è veramente venuto il momento di dare massima attenzione a questo istituto, che oltre ad essere un'opportunità fiscale è anche una forma di socialità, ed è forse giusto che ci sia una normativa più organica. Secondo Cesare Damiano, presidente dell'Associazione Lavoro&Welfare: "È indispensabile avere un welfare che possa garantire massima assistenza. Non certamente sostitutivo o in sovrapposizione con quello pubblico, ma che riesca ad integrare e quindi a rafforzare un sistema di garanzie".

 

Il welfare aziendale è quindi uno strumento da potenziare per compensare almeno in parte le difficoltà del nostro sistema assistenziale, oggi più che mai. Elsa Fornero, economista e professoressa dell'Università di Torino, ha ribadito: "Gli ultimi accadimenti (pandemia e guerra) hanno messo a nudo la necessità di un intervento più organico a vantaggio di tutte le persone. Lo Stato non può intervenire sempre e comunque, un sistema integrativo è necessario. Così come è necessario avere una normativa organica che possa garantire programmazione e chiarezza alle aziende ed ai lavoratori".

 

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