Sulla crisi agrumicola siciliana e sui danni provocati dall'Etna entra in gioco il governatore Nello Musumeci, che chiederà un vertice con il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli e le associazioni di categoria per sostegni alla filiera e l'istituzione catasto agrumicolo.
 
"Mi farò interprete delle richieste degli agrumicoltori siciliani presso il ministero dell'Agricoltura e sarò al fianco dei produttori per avviare un tavolo tecnico che porti in tempi brevi a risolvere questioni annose come quella dell'istituzione del catasto agrumicolo nazionale ed a valutare la possibilità di sostegni immediati alle produzioni danneggiate dalla cenere vulcanica". Questa la dichiarazione del presidente della Regione Siciliana Musumeci, al termine della recente riunione con i rappresentanti di Cia Sicilia orientale, Giuseppe Di Silvestro, Confagricoltura Catania, Giovanni Selvaggi, e Fruitimprese Sicilia, Placido Manganaro.

"Un colloquio proficuo nel corso del quale il presidente Musumeci ha accolto la nostra richiesta di incontrare il neoministro dell'Agricoltura Patuanelli, per esporgli le richieste dell'agrumicoltura siciliana, uno dei settori trainanti dell'economia agricola siciliana, che si trova adesso anche a fare i conti con i danni da lapilli e cenere vulcanica", affermano i rappresentanti delle organizzazioni di categoria agricole, all'indomani dell'incontro chiesto proprio dai vertici delle tre associazioni.

"Abbiamo ribadito la necessità di regolamentare un settore lasciato per troppo tempo e colpevolmente senza regole", spiega il presidente di Confagricoltura Catania. "Portare sul tavolo del ministro dell'Agricoltura la nostra indifferibile richiesta dell'istituzione del catasto agrumicolo nazionale è per noi vitale. Farlo con l'ausilio di una figura istituzionale che in questi anni ha dimostrato di essere vicino al comparto agrumicolo, darà forza alla nostra proposta", aggiunge Selvaggi.
 
"Il calo delle vendite della campagna in corso è attribuibile in larga a parte alla pandemia e alla chiusura pressoché totale del settore Horeca, che racchiude non solo bar e ristoranti, ma anche strutture alberghiere e sciistiche, mercatini e fiere - dichiara il presidente di Cia Sicilia orientale Giuseppe Di Silvestro -. Non viviamo una crisi di prodotto, che anzi è organoletticamente di alta qualità, ma vi sono dei fattori di crisi che vanno risolti con la programmazione e con ricette durature, che riguardano trasporti, costo del lavoro, infrastrutture e concorrenza dei paesi terzi".

"Cominciare dall'istituzione del catasto agrumicolo nazionale sarebbe un segnale decisivo di attenzione - ha aggiunto - che permetterebbe al settore di mettersi al riparo da contraffazioni e frodi. Un punto di partenza per il rilancio della filiera sotto l'ombrello di regole certe".

Per il presidente di Fruitimprese Sicilia Placido Manganaro, le imprese siciliane del settore agrumicolo devono essere aiutate a colmare un gap strutturale che rischia di farsi sempre più ampio. "Per noi - ha detto - il costo del trasporto, al quale si aggiunge quello più generale, del costo del lavoro e dei contributi previdenziali, di molto superiori a quelli sostenuti dai nostri competitor europei, sono fattori penalizzanti, per i quali anche con un prodotto eccellente fatichiamo ad imporci sui mercati. Valorizzare il nostro frutto attraverso la certificazione dei volumi sarebbe sicuramente un aiuto pratico per imprese e produttori. Per questo motivo accogliamo con soddisfazione l'apertura del presidente Musumeci alla nostra richiesta".