Anche se, vale la pena ricordarlo, il 12 luglio scorso, in una conferenza stampa dedicata al Psr e agli interventi per le zone colpite dalla Xylella fastidiosa, proprio il presidente Emiliano aveva detto: “Parte la task force per salvare il Psr della Puglia dal disimpegno, non sarà facile ma abbiamo il dovere di provarci”.
Il presidente dell’organizzazione agricola pugliese, a più di tre mesi da allora, nel sottolineare come siano ormai trascorsi “quattro mesi da quando lei ha deciso di assumere ad interim la reggenza dell’assessorato alle Risorse agroalimentari” e pur riconoscendo che ciò è avvenuto “in una situazione che è facile definire disastrosa”, registra ad oggi un “atteggiamento della struttura assessorile totalmente rinunciatario, privo della seppur minima speranza di uscire da questa fase di stasi prolungata”.
“Finora, Confagricoltura Puglia ha avuto un atteggiamento cauto nel giudicare l’operato della Regione Puglia sul Psr, avendo fiducia nella sua consapevolezza del grave momento che l’agricoltura pugliese sta vivendo" ricorda Lazzàro.
Nella lettera Lazzàro ricorda come il Psr Puglia sia ad oggi “completamente bloccato nelle sue misure più importanti, nelle misure strutturali” e per complessivi 453,5 milioni di euro di spesa pubblica.
Secondo Lazzàro il blocco del Psr Puglia è così determinato dalle seguenti sottomisure, per alcune delle quali non è ancora stato emesso neppure un solo decreto di finanziamento:
- 4.1.A Sostegno per investimenti finalizzati a migliorare la redditività, la competitività e la sostenibilità delle aziende agricole singole e associate - 155 milioni;
- 4.1.B Sostegno per gli investimenti realizzati da giovani agricoltori che si insediano per la prima volta - 105 milioni;
- 4.1.C Sostegno alle aziende olivicole della zona infetta da Xylella fastidiosa per i reimpianti - 32 milioni
- 4.2 A Sostegno per gli investimenti per la trasformazione e commercializzazione e per la competitività delle aziende agricole - 51,5 milioni
- 6.1 Aiuti all’avviamento di imprese per giovani agricoltori - 60 milioni.
- 6.4 Sostegno a investimenti nella creazione e nello sviluppo di attività extra-agricole - 50 milioni.
Lazzàro poi, con riferimento ai ricorsi al Tar sulle misure strutturali dice: “Attribuire buona parte delle colpe di tale situazione ai ricorsi mossi dagli agricoltori è una fake, mal costruita, signor presidente. Allo stato né i ricorsi depositati, né le sentenze fin qui emesse, hanno bloccato l’operatività delle graduatorie”.
Il presidente di Confagricoltura Puglia invece rilancia “E’ la struttura, almeno in parte, a essere inadeguata. Una struttura che si regge sulla buona volontà di pochi funzionari (che per chiarezza stanno anche dando l’anima) coadiuvati da poche persone qualificate e con competenze specifiche per le necessità generali, ma non per le necessità attuali”. E che costa parecchio in termini di assistenza tecnica: ben 30 milioni di euro.
“Nell’ultimo Comitato di sorveglianza, risalente a giugno 2019, alla presenza dei rappresentanti della Commissione europea, era stato presentato dalla struttura assessorile un timing di spesa che lasciava facilmente presagire il raggiungimento del livello necessario per evitare il disimpegno – ricorda Lazzàro, che si chiede - Dove sono finite quelle previsioni? Dove sono finite quelle speranze? Che senso avevano, allora, quei dettagli di spesa prevedibile per misura?”
Il presidente di Confagricoltura Puglia, nel respingere ogni ipotesi pure ventilata nei giorni scorsi di “deroga all’impegno di spesa” che avrebbe a questo punto il solo effetto di evitare di alimentare in futuro il livello del potenziale disimpegno automatico, chiede al presidente di Regione Puglia di intervenire per evitare quello che definisce senza mezzi termini il “disastro”: “Il disimpegno delle risorse che spettano all’agricoltura pugliese è inaccettabile. Intervenga signor presidente! Non bastano i proclami, non bastano le dichiarazioni roboanti, serve un’operatività senza precedenti da parte della struttura”.