La pdl prevede risorse da coprire con 15 milioni all'anno a cominciare dal 2019, da prelevare sulle entrate statali delle accise sulle bevande alcoliche, perché - viene spiegato - "per combattere la dipendenza da tali sostanze, più che prevedere disposizioni repressive, è necessario contribuire a sviluppare e diffondere la cultura del vino, compresa nel più ampio patrimonio culturale, artistico, storico e paesaggistico" del nostro paese.
Il primo articolo del testo prevede l'istituzione al ministero delle Politiche agricole del Registro delle associazioni nazionali delle città del vino e dell'olio; inoltre ne riconosce l'operato per "capitalizzare le attività di valorizzazione e di promozione del patrimonio enogastronomico italiano" e per "superare la frammentazione dell'offerta attraverso la promozione di progetti nazionali di eccellenza". Dovranno anche essere identificati i comuni ritenuti luoghi della produzione enologica e gastronomica italiana intesa come un pezzo del più ampio patrimonio culturale, artistico, storico e paesaggistico italiano e che possiedono i requisiti adeguati; questi comuni assumeranno la denominazione di città del vino e dell'olio. E' anche prevista l'istituzione della Giornata delle eccellenze enogastronomiche italiane.
Dovrà poi essere istituito un nucleo di coordinamento delle eccellenze enogastronomiche italiane al ministero, con funzione di consultazione e di valutazione degli interventi legislativi.
Un ruolo fondamentale verrà svolto - secondo quanto previsto dal provvedimento - da specifici percorsi formativi nelle università pubbliche, da parte del ministero dell'Istruzione, attraverso corsi di laurea, dottorati di ricerca, master. Inoltre sarà contemplato anche "l'insegnamento della dietoterapia mediterranea nella clinica sanitaria, nell'ambito dei percorsi didattici dei corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia e delle scuole di specializzazione di area sanitaria". Poi una Commissione dell'enogastronomia di qualità avrà il compito di realizzare un 'Atlante annuale nazionale dell'enogastronomia di qualità'.
La dieta mediterranea ritorna anche nelle mense; il testo dice che nelle gare d'appalto per l'affidamento e la gestione di questi servizi ad asili nido e scuole elementari, medie e superiori, le stazioni pubbliche appaltanti sono tenute a prevedere un punteggio aggiuntivo per le offerte con prodotti tipici della dieta mediterranea. Lo stesso vale per i prodotti destinati ai distributori targati 'dieta mediterranea'.
Leggi anche "Agricoltura, vino con meno burocrazia e percorsi enogastronomici" e "Vigneto eroico, arriva la definizione che salva vino e ambiente"