Per il caso Xylella fastidiosa in Puglia ieri incontro del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, con il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano a Lecce, capoluogo pugliese dove oggi pomeriggio alle 15, il ministro per il Mezzogiorno, Barbara Lezzi incontra sindaci e presidente della Provincia per dare, forse, il dettaglio tecnico di quanto nelle scorse ore è stato deciso: stanziare 440 milioni di euro di Stato e regione Puglia per la zona infetta non soggetta a vincoli per il contenimento della Xylella e rilanciare lì l’economia olivicolo olearia e agricola dell’area.

Sulla zona infetta, per gli espianti e per ripiantare  olivi di cultivar resistenti alla batteriosi, come ha ricordato ieri il premier Conte, al momento ci sono solo i primi 30 milioni del Fondo sviluppo e coesione per il 2019, che diventano in realtà 15 milioni, deducendo i soldi che sono stati stanziati per monitoraggi, piani di sviluppo non diretti al mondo agricolo, e altre voci. Non nominati da Conte, invece, i restanti 70 milioni sull'Fsc, da sempre promessi, ma ancora non deliberati dal Comitato per la programmazione economica.
 

L'offerta del Governo per la zona infetta

L’offerta del governo è ben sintetizzata da quanto detto dal presidente Conte ai giornalisti dopo l’incontro con le associazioni agricole e con lo stesso Emiliano: i soldi, a partire dai 30 milioni dell'Fsc, "diventeranno 150 milioni nel 2020 e altri 150 milioni nel 2021. Chiederemo anche altre risorse all’Unione europea”.

Il soldi per la rigenerazione agricola del Salento dovrebbero essere agganciati al Decreto emergenze in agricoltura: “in sede di conversione" ha sottolineato Conte. In pratica, in Parlamento dovrebbe intervenire un emendamento del governo, o della maggioranza parlamentare che lo sostiene, per stanziare i fondi necessari, cui dovrebbero aggiungersi altri 110 milioni sul bilancio della regione Puglia, già promessi solennemente dal presidente della regione, Michele Emiliano.

In pratica, per la ricostruzione dell’agricoltura e dell’olivicoltura della zona infetta, nella parte non soggetta alle restrizioni della zona di contenimento, ci sarebbe già l’accordo politico per 440 milioni, al netto di un intervento straordinario dell’Unione europea, che potrebbe finanziare i restanti 60 milioni per arrivare a pareggiare i conti con il piano di Italia olivicola e Agrinsieme, che si aggira intorno ai 500 milioni.
 

Conte, per spendere occorre un piano

Ma Conte ha sottolineato come per procedere a tale ingente spesa “occorra un piano”. Il piano in realtà in parte esiste già ed è contenuto nel Decreto ministeriale a firma del ministro alle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, varato il 13 febbraio scorso in Conferenza Stato Regioni e che già complessivamente autorizzava la spesa di circa 170 milioni di euro in 5 anni, con risorse solo in minima parte già stanziate, e da rinvenirsi tra casse dello Stato e della regione Puglia .

A cosa verosimilmente servirà questo incremento di spesa, per ora solo prevista: “Al sostegno al reddito dei produttori, dei braccianti e di tutto l’indotto coinvolto" ha detto il presidente Conte. E’ l’istanza comune a tutte le organizzazioni agricole, che vedono la necessità di coprire con un sostegno al reddito la nulla e bassa produttività dei nuovi impianti di olivo per almeno 5 anni, ma anche di specie arboree diverse, lì dove sarà prevista la ristrutturazione delle aziende.

Su tanto Conte è stato chiaro: "Sono state recepite tutte le indicazioni delle organizzazioni agricole”. Ma non solo: è stato anche posto l’accento sulla necessità di sburocratizzare e velocizzare i tagli. Perché oggi in zona infetta i soldi del Programma di sviluppo rurale Puglia 2014-2020 sono fermi anche per questo, perché in tantissimi casi non si è ancora potuto procedere all’abbattimento di piante infette. Non solo, il premier Conte ha sottolineato anche l'esigenza di trovare i denari per il rilancio dell'immagine della Puglia e del Salento definito: "Una bellissima terra, questo lo dico da pugliese" ha concluso.