Le più fosche previsioni per una pessima annata olivicolo olearia in Italia nel 2018 sembrano destinate ad avverarsi.
Dopo le ripetute denunce di danni in Puglia - dovute a Xylella fastidiosa, gelate tardive primaverili e piogge eccessive in estate - e l’annuncio di perdite importanti in Sicilia, è ora la volta della Calabria, seconda regione olivicolo olearia italiana.

La Coldiretti regionale annuncia un secco -40% in termini di produzione olearia e invoca l’attivazione delle procedure per richiedere lo stato di calamità al Governo e le provvidenze del Fondo di solidarietà. La produzione media annuale di olio in Calabria è di circa 44.433 tonnellate (dati Agea-Ismea, media delle ultime quattro campagne), pertanto secondo la previsione di Coldiretti la produzione dovrebbe crollare a 26.660 tonnellate, poche per la regione che ospita 692 frantoi attivi (Agea) e una superficie di circa 181mila ettari coltivati ad olivo (Istat).

“Quella appena iniziata è certamente una campagna difficile per gli olivicoltori calabresi. Meno 40% di olio con punte di oltre il 50%, queste le stime per la campagna olivicola 2018-2019, per colpa delle condizioni climatiche che in particolare hanno permesso l'attacco della mosca olearia, della tignola e, in alcune zone, del tripide, tutte avversità che hanno causato la cascola delle olive dagli alberi" è scritto in una nota di Coldiretti Calabria pervenuta ieri, 1° ottobre 2018.

“Essendo la seconda regione d'Italia in termini produttivi, la nostra economia olivicola è certamente un settore trainante per l'agricoltura calabrese, ma è messa a dura prova: ecco perché Coldiretti chiede che siano attivate le procedure di verifiche in campo, da parte degli uffici regionali, per avviare il riconoscimento della calamità naturale nelle aree più colpite" continua la nota di Coldiretti Calabria.

"Al danno economico riscontrato già nelle prime moliture c'è il forte e concreto rischio - afferma Pietro Molinaro, presidente di Coldiretti Calabria - della crescita di importazione di olio extracomunitario che, sbucando dalle nebbie diventa magicamente olio calabrese ed italiano solo sulla carta. Bisogna evitare che questa pericolosissima macchia d'olio si allarghi e favorisca comportamenti e triangolazioni scorrette che - per la loro pervasività - assestino un duro colpo all'olivicoltura, alla valorizzazione del nostro olio compromettendo la fiducia dei cittadini-consumatori”. Per questo motivo Coldiretti sollecita maggiori controlli all'interno della filiera, a cominciare dagli scaffali, per evitare l'inganno ai consumatori e la beffa agli agricoltori.