E si teme che le arance iberiche possano essere vendute come italiane e a prezzi decisamente maggiorati, a tutto danno degli agrumicoltori siciliani, già penalizzati da un raccolto in netto calo.
Tanto è vero che ieri, 26 settembre 2018, i presidenti di Confagricoltura Catania Giovanni Selvaggi, della Cia Sicilia orientale Giuseppe Di Silvestro, Gaetano Mancini di Confcooperative Sicilia e Federica Argentati del Distretto agrumi di Sicilia, hanno scritto una lettera indirizzata al ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, al presidente Nello Musumeci della Regione Siciliana e all'assessore all'Agricoltura della Regione Siciliana Edgardo Bandiera, esprimendo preoccupazione per le notizie che circolano circa la richiesta sui mercati agricoli di grandi quantità di arance bionde spagnole da parte di commercianti italiani.
La circostanza è stata resa nota con un comunicato stampa congiunto delle quattro organizzazioni, che hanno anche diffuso il testo integrale delle lettera, dove per altro si da conto del fatto che la produzione siciliana prevede un calo del 35% per effetto della siccità, con la conseguenza che i prezzi degli agrumi siano tutti nettamente superiori a quelli praticati negli ultimi anni.
"Dai mercati spagnoli ci giunge la notizia che in vista dell'apertura della campagna di raccolta del Navel nel paese iberico, sono giunte massicce prenotazioni dall'Italia di agrumi in foglia" è scritto nella missiva indirizzata alle autorità.
"La richiesta maggiore arriva da Lazio, Sicilia, Campania e Calabria ma anche dalle regioni del Nord vi sono numerose prenotazioni di arance estere. Tale massiccia e anomala richiesta ci allarma e ci auguriamo che questi agrumi non siano poi etichettati e venduti come prodotto italiano" si legge ancora nella lettera.
"Chiediamo dunque al ministero e alla Regione Siciliana di intervenire con controlli a tappeto per evitare frodi, falsificazioni e imbrogli che danneggerebbero i produttori siciliani", continuano Di Silvestro, Selvaggi, Mancini e Argentati.
"Sottolineiamo, inoltre, che questo tipo di commercializzazione può creare seri problemi dal punto di vista fitosanitario - aggiungono - con il timore che si possono introdurre parassiti che attaccano gli agrumeti. Si auspica che i controlli da parte degli enti preposti siano efficaci affinché sia scongiurato qualsiasi pericolo per gli agrumeti siciliani".