Risulta in flessione l'interscambio italiano con l'estero nel settore ortofrutticolo nel primo trimestre 2018 rispetto allo stesso periodo del 2017.
Il segno meno riguarda sia l'export che l'import, mentre cresce il saldo commerciale, che raggiunge quota 371 milioni di euro, con un netto +13,1%.

Guardando ai numeri l'Italia, nei primi tre mesi dell'anno, ha esportato 943mila tonnellate di prodotto (-7,8%) per un controvalore di 1 miliardo e 248 milioni di euro (-3,2%).
Analizzando le esportazioni, crescono le vendite in volume all'estero di ortaggi (+4,7%) e di agrumi (+13,1%), mentre in calo ci sono la frutta fresca (-22,1%) e la frutta secca (-9,7%).

Sul fronte dell'import, i volumi introdotti sono stati pari a 907mila tonnellate (-4,2%), per un valore di 877 milioni di euro (-8,7%).
Nell'import scendono tutte le quote di ortaggi, agrumi, frutta fresca e secca. Ottima invece la performance per la frutta tropicale (+5,5%).

"Il forte calo dell'export di frutta fresca – sottolinea Marco Salvi, presidente nazionale di Fruitimprese – si spiega con la minore produzione di mele sia in Europa che in Italia. La lieve crescita del fatturato segnala che i prezzi spuntati sui mercati esteri sono cresciuti mediamente del 25%. L'effetto combinato dell'export che cala e dell'import che diminuisce quasi del 9% porta a un saldo commerciale positivo di 371 milioni di euro".

Salvo Laudani, presidente di Fruitimprese Sicilia e vicepresidente Freshfel, puntualizza sul boom degli agrumi (+13% in quantità e +14% in valore). "La lettura dei dati si spiega con le alternanze produttive. L'anno scorso la campagna era stata avara di prodotto, mentre quest'anno siamo sui livelli medi, con produzioni adeguate e qualità eccellente dal punto di vista organolettico".