Il segno meno riguarda sia l'export che l'import, mentre cresce il saldo commerciale, che raggiunge quota 371 milioni di euro, con un netto +13,1%.
Guardando ai numeri l'Italia, nei primi tre mesi dell'anno, ha esportato 943mila tonnellate di prodotto (-7,8%) per un controvalore di 1 miliardo e 248 milioni di euro (-3,2%).
Analizzando le esportazioni, crescono le vendite in volume all'estero di ortaggi (+4,7%) e di agrumi (+13,1%), mentre in calo ci sono la frutta fresca (-22,1%) e la frutta secca (-9,7%).
Sul fronte dell'import, i volumi introdotti sono stati pari a 907mila tonnellate (-4,2%), per un valore di 877 milioni di euro (-8,7%).
Nell'import scendono tutte le quote di ortaggi, agrumi, frutta fresca e secca. Ottima invece la performance per la frutta tropicale (+5,5%).
"Il forte calo dell'export di frutta fresca – sottolinea Marco Salvi, presidente nazionale di Fruitimprese – si spiega con la minore produzione di mele sia in Europa che in Italia. La lieve crescita del fatturato segnala che i prezzi spuntati sui mercati esteri sono cresciuti mediamente del 25%. L'effetto combinato dell'export che cala e dell'import che diminuisce quasi del 9% porta a un saldo commerciale positivo di 371 milioni di euro".
Salvo Laudani, presidente di Fruitimprese Sicilia e vicepresidente Freshfel, puntualizza sul boom degli agrumi (+13% in quantità e +14% in valore). "La lettura dei dati si spiega con le alternanze produttive. L'anno scorso la campagna era stata avara di prodotto, mentre quest'anno siamo sui livelli medi, con produzioni adeguate e qualità eccellente dal punto di vista organolettico".