Attualmente le cultivar resilienti a Xylella sono la Favolosa e la Leccino, la prima per altro allevata da vivai sotto il controllo del Cnr, che detiene il brevetto.
Ma circola un'ipotesi di decreto del ministro delle Politiche agricole piuttosto complessa: infatti, ogni impianto fatto dalle imprese agricole andrebbe autorizzato singolarmente, al fine di evitare l'introduzione di cultivar non adatte a resistere all'organismo nocivo. Ma Confagricoltura Lecce e Aprol Lecce non ci stanno e hanno scritto una lettera aperta al ministro Maurizio Martina per chiedere un'autorizzazione "una volta per tutte" delle cultivar resilienti all'infezione.
Secondo l'organizzazione agricola la sola provincia di Lecce, con oltre 100mila ettari di oliveto, provocherebbe un carico burocratico per il Servizio fitosanitario della Regione Puglia "difficile anche solo da immaginare".
"Lo Stato italiano deve autorizzare una volta per tutte i reimpianti nelle zone colpite – scrivono le organizzazioni agricole – viceversa, la conferma dell'ipotesi di decreto sarebbe follia inutile, destinata a bloccare definitivamente ogni speranza di rinascita del settore. E' facile prevedere – continuano – come già sta accadendo, la riduzione di posti di lavoro, la contrazione di risorse economiche del territorio, e la desertificazione del paesaggio".
In ballo vi è la possibilità stessa di utilizzare i fondi del Programma di sviluppo rurale della Regione Puglia per gli investimenti nell'area infetta, che ammontano nel complesso a 45 milioni di euro.
Sulla misura 5.2 del Programma di sviluppo rurale 2014 - 2020 per il ripristino del potenziale produttivo danneggiato da calamità, sono appostati ben 10 milioni di euro. Mentre sulla misura 4.1.C ci sono altri 35 milioni di euro di cofinanziamenti degli investimenti nell'olivicoltura, dedicati proprio alla zona infetta del Salento.