Nella serata di venerdì 18 marzo, giornata di apertura della 79esima edizione della Mostra dell’Agricoltura, si è tenuto il convegno “Scenari e prospettive di sviluppo per l’agricoltura ravennate”, una tavola rotonda a cura delle associazioni del Tavolo Verde e della Regione Emilia Romagna, coordinata da Antonio Venturi del Servizio territoriale Agricoltura di Ravenna. Dopo i saluti iniziali di Roberto Alberelli, capo area commerciale Bcc Ravennate e Imolese, la serata si è concentrata in particolare sugli interventi degli esperti delle filiere frutticola, vitivinicola e zootecnica.

Focalizzando l’attenzione in particolare sulle pesche e nettarine – ha sottolineato Elisa Macchi, direttrice del Cso veniamo da due anni difficili, in particolare il 2014 è stato disastroso, con qualche luce nel 2015 ma comunque con molta difficoltà. Il problema è la troppa polverizzazione dell’offerta, bisogna puntare infatti non solo all’aggregazione di filiera a livello commerciale, ma anche e soprattutto alla concentrazione dell’offerta, in modo da essere più competitivi sui mercati. Sarebbe fondamentale uno strumento come il catasto frutticolo delle produzioni, così come il potenziamento dell’export. L’Italia esporta solo il 20% della produzione di pesche e nettarine, mentre la Spagna, il nostro principale concorrente, il 60%. Anche a livello di mercati, siamo troppo concentrati su alcuni mercati di riferimento, tralasciando altre opportunità di rilievo. Dobbiamo estenderci su più mercati, in questo modo si garantisce maggiore redditività aziendale”. “L’aggregazione è propedeutica – ha poi continuato la Macchi – su colture frutticole più facili da conservare è chiaro che dobbiamo puntare ad accrescere la nostra quota sui mercati dei paesi terzi extra Ue”.

Giordano Zinzani, dirigente di Caviro e presidente del Consorzio Vini di Romagna, ha invece analizzato lo stato e le prospettive del settore vitivinicolo nella provincia. “Disponiamo di 16mila ettari di vigneti messi in produzione, ma nel periodo 2007-2014 ne abbiamo persi 2mila ettari. La produzione relativa alla vendemmia 2015 è stata di 3,8 milioni di quintali di uva, per 3 milioni di ettolitri, con una crescita dell’8% rispetto al 2014. Lo scarso imbottigliamento è una condizione che persiste, per questo è necessario mettere in campo misure per rendere più efficiente e produttivo il settore”.

Dobbiamo lavorare sulla meccanizzazione e sulla riduzione dei costi – ha suggerito Zinzani – insistendo ancora di più sulla sostenibilità ambientale e sulla possibilità di espansione delle produzioni biologiche. Come Consorzio Vini di Romagna stiamo puntando molto sull’attività di promozione dei nostri vini, cercando di fare sistema il più possibile”.

Claudio Bovo, presidente di Araer, associazione allevatori della Regione Emilia Romagna, ha invece analizzato la situazione della zootecnia, che punta alla conservazione e allo sviluppo della biodiversità.
A concludere la serata Gabriele Marani e Massimiliano Melandri, coordinatori della produzione integrata a livello provinciale, che hanno parlato dell’assistenza tecnica alle produzioni frutticole e viticole, e infine la chiusura da parte di Valtiero Mazzotti, direttore generale dell’assessorato Agricoltura dell’Emilia Romagna.