Recentemente, in collaborazione con il Censis, la Cia ha elaborato un Rapporto che mette ancora più in evidenza questa nuova centralità dell’agricoltura: gli anni più recenti sono stati caratterizzati da un diffuso e inaspettato ritorno di attenzione e interesse verso il mondo agricolo; dapprima in chiave ‘personale’ e perlopiù valoriale, oggi sempre più sociale ed economica, con una riscoperta dell’agricoltura, dell’ambiente, del territorio e dei suoi protagonisti quali “asset chiave” del Paese per ritornare a crescere. L’agricoltura e i suoi prodotti, la cultura e le tradizioni alimentari sono tra gli aspetti che più ci rappresentano in quanto nazione: per il 27,2% dei connazionali e molto di più tra i giovani (41%), il legame con la dieta mediterranea e i prodotti agroalimentari di eccellenza è talmente viscerale da permeare fino in fondo la nostra identità nazionale e costituirne un fattore di orgoglio, superato soltanto dal patrimonio artistico e culturale (lo è per il 66,9% dei giovani). Al mondo agricolo, dal canto suo -spiega il Rapporto Cia/Censis- va ascritto il merito di essersi saputo ripensare, pur sempre rimanendo strettamente fedele ai propri caratteri distintivi, che però ha riletto attraverso schemi e logiche più aderenti ai modelli odierni e senz’altro più attraenti.
La “rinascita” a tutto tondo del settore agricolo, oltreché a livello identitario, prende forma anche nella sua potenzialità di proporsi come forza propulsiva in grado di trainare l’economia italiana fuori dallo stallo della crisi. Alla possibilità che l’agricoltura possa rappresentare un volano fondamentale per ridare slancio e crescita al Paese, crede l’82% degli italiani, diviso tra un 31% che ritiene fermamente che il settore possa essere il nostro valore aggiunto in termini di competitività, e un 51% che lo vede, almeno in prima battuta, come fonte di occupazione, di qualità e ricchezza.
“Questo cambio di marcia è possibile - ha sostenuto il presidente della Cia Dino Scanavino - in quanto oggi più che in passato il territorio è diventato un luogo dove si consolidano multifunzionalità e multidimensionalità delle attività economiche, attraverso l’intreccio tra soggetti e processi sociali, culturali e produttivi dalle origini anche lontane”. Dal canto suo il viceministro Andrea Olivero ha rilevato l’importanza di iniziative come questa “poiché inducono un’attenta riflessione sulle aree rurali e le eccellenze. La tutela del territorio, del paesaggio e della biodiversità sono le esternalità positive generate da un’agricoltura sostenibile e sedimentazione di identità e saperi. Le stesse tematiche sono al centro delle politiche del ministero attraverso azioni concrete come il sostegno specifico per le aree interne, previsto nell’ambito delle risorse comunitarie e dello sviluppo rurale, il piano nazionale per la biodiversità e le misure in favore del sostegno alla zootecnia. Occorre inoltre attivare - ha aggiunto Olivero - un’adeguata politica di contenimento nel consumo del suolo in grado di generare benefici di carattere ambientale e di sicurezza alimentare e con evidenti ricadute sulla tutela della qualità, della tipicità delle produzioni e della forte caratterizzazione del paesaggio rurale”.
“Il Territorio come Destino” è un ciclo di iniziative che saranno organizzate dalla Confederazione in tre Regioni rappresentative delle varie aree del Paese: la prima dedicata alle “aree interne”; la seconda sul “piano nazionale proteine, miglioramento genetico, patrimonio zootecnico e tutela delle biodiversità”; l’ultima sulla difesa del suolo. La sintesi di questi tre momenti di discussione verrà infine presentata nel corso dell’Esposizione universale di Milano con un manifesto che rappresenterà idealmente il contributo degli agricoltori della Cia alla Dichiarazione Finale di Expo 2015.
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Fonte: Cia