La Cgbi, associazione che rappresenta l’80% dei bieticoltori non cooperatori, esprime grande sconcerto e ritiene molto grave la mancata presenza della coltura della barbabietola da zucchero nei destinatari degli aiuti accoppiati, nell'ipotesi di ripartizione delle risorse presentate dal ministero nella riunione del 10 aprile con gli assessori regionali all’Agricoltura.

"Senza entrare nei particolari della proposta – si legge nella nota divulgata oggi dalla Cgbi – è necessario essere consapevoli che la mancanza degli aiuti accoppiati per la barbabietola da zucchero, si traduce nella chiusura del settore bieticolo saccarifero a partire dal 2015 e questo per responsabilità interne al nostro Paese che dimostrerebbe, così, di non essere in grado nemmeno di allocare le risorse disponibili".

La Cgbi ricorda che il comparto ha già subito "una devastante riforma nel 2006, che ha comportato la chiusura di 15 zuccherifici su 19, e non può accettare un altro colpo che questa volta sarebbe esiziale".

"Pertanto, rigettiamo con forza la proposta presentata e chiediamo che si arrivi senza indugio ad assegnare al settore bieticolo saccarifero l’aiuto accoppiato di 600 euro/ha - si legge in una nota di Cgbi - anche per fronteggiare l'azione spregiudicata dei grandi produttori di zucchero del Nord Europa i quali, attraverso il ribasso del prezzo, stanno cercando di metterci fuori mercato".
"Chiediamo perciò al ministro Martina e agli assessori all'Agricoltura delle varie Regioni di tenere conto delle drammatiche conseguenze che ricadrebbero sul settore bieticolo saccarifero e sul suo grande indotto che, dopo la disastrosa riforma del 2006, ha continuato ad investire negli impianti e gli agricoltori hanno fatto e stanno facendo grandi sforzi per accrescere la produttività della coltura".

Cgbi ribadisce inoltre la richiesta di un incontro con il ministro per poter rappresentare le ragioni del comparto.