Ospite della redazione del settimanale Il Punto, il ministro delle Politiche, Mario Catania, ha risposto alle domande dei giornalisti e dei cittadini tracciando un primo e parziale bilancio dell'operato del governo Monti a pochi mesi dalla fine della sua legislatura.

Molte le domande sul comparto agricolo, ma non solo.

Nuovi modelli di sviluppo cercasi

L’Italia ha bisogno di nuovi modelli di sviluppo. Questa la posizione marcata del ministro che ha condannato senza appello quella linea politica del passato basata su direttrici votate a ricalcare il modello industriale.
“In passato – ha detto Catania - sono stati applicati modelli industriali legati alla chimica pesante, ai quali si è richiesto anche di riscattare l'arretratezza del mezzogiorno italiano, immaginando che fosse questa la chiave di volta per uno sviluppo che si è invece legato a un certo tipo di edilizia irrazionale e dissennata”.

La direzione imboccata dal Paese va, secondo il ministro, verso uno spostamento del baricentro su un modello più virtuoso, improntato al rispetto dell'ambiente e del territorio. In merito ai riflessi che questo spostamento avrà in termini di valore, Catania ha dichiarato: “poco importa il Pil, perché esistono punti di Pil positivi e punti negativi. I primi sono quelli che ricadono sul territorio e sulla filiera agroalimentare provocando una ricchezza sociale ed economica a lunga durata, mentre i secondi sono quelli ‘speculativi’, collegati all'abusivismo e quindi non sostenibili”.

Pac

Nonostante il miliardo di euro di bonus che l’Italia si è assicurata, il ministro si è dichiarato "non soddisfatto" di come le negoziazioni stanno procedendo. “Sono convinto che possiamo avere di più per l'Italia, ma non ho la certezza di raggiungere entro febbraio un nuovo accordo”.
Il problema, ha spiegato, è legato alla generale riduzione del budget comunitario per l’agricoltura, corroborato da una ripartizione interna delle risorse che deve essere rivista.

Quote latte

Sulla riscossione delle multe per le quote latte Catania ha detto che le procedure hanno subito rallentamenti a seguito di alcuni “strascichi normativi”, ma che il governo conta comunque di chiudere la questione con la Legge di stabilità e con la riscossione rateizzata da parte di chi deve pagare le multe. Annunciando che le proiezioni sulla produzione per l’anno in corso denunciano un fortissimo rischio di splafonamento, Catania ha approfittato dell’occasione per lanciare un appello ai produttori, chiedendo di rimanere all’interno delle proprie quote e di evitare pesanti ripercussioni.

Ogm

Sugli Ogm Catania si è detto "contrario", almeno per il momento, a una loro diffusione sul suolo italiano. “I consumatori sono ancora diffidenti - ha dichiarato – e allo stato attuale della nostra agricoltura ritengo non sia vantaggioso una loro liberalizzazione. Anche se resta fondamentale continuare con la ricerca in questo campo”.





Il ministro Mario Catania nella redazione de Il Punto (Foto Alessandro Vespa©)



Export

L’Italia esporta più del 19% della sua produzione agroalimentare pur non essendo autosufficiente da questo punto di vista.
In questo senso, secondo il ministro, la posizione del nostro Paese sui mercati internazionali deve essere aumentata, ma la crescita dell’export deve essere bilanciata da una crescita della produzione che non ci trasformi in produttori ed esportatori di qualità e, contemporaneamente, importatori e consumatori di cibo scadente.

Decreto salva-suolo

Brutte notizie per i fan del Dl cosiddetto salva-suolo.
“Non ci sono i tempi” ha detto Catania rispondendo in prima battuta a una domanda nel merito. Il ministro ha poi corretto il tiro dicendo che il varo della norma è “estremamente improbabile, ma non impossibile”, spiegando che il Dl è rimasto fermo due mesi in conferenza Stato–Regioni e che questo ritardo lo ha portato solo ora alla fase di calendarizzazione in Camera e Senato.

Legge elettorale

Uscendo dai temi  legati all’agricoltura, il ministro ha risposto anche in tema di legge elettorale dichiarando che “in entrambi i casi, sia che si lasciasse in essere l'attuale sistema, sia che lo si cambiasse a soli due mesi dal voto, la politica non darebbe comunque un bello spettacolo. La riforma elettorale è una questione che andava affrontata almeno due anni orsono”.

Fisco

Sui risultati della gestione Monti e sulle sue tre priorità dichiarate - rigore, crescita ed equità - Catania ha dichiarato: “La percezione è che si sia spinto molto sul rigore e meno sulle altre. Sulla crescita, lo ammetto, in un quadro europeo di crisi economica non si poteva far più. Sull'equità ci sarebbe da discutere, giacché il risanamento doveva partire e purtroppo ha coinciso con la diminuzione della crescita internazionale. Negli ultimi quindici anni il Paese si è limitato a galleggiare, quando era quello il momento più adatto per fare riforme strutturali".
"Per ristabilire l’equità ora si invoca la Patrimoniale - ha concluso il ministro - ma un’imposta di questo tipo è già stata applicata con l'Imu. Finché però non sarà riformato il catasto, questo sistema non potrà mai essere perfettamente equo”.

Il ministro si è anche brevemente soffermato sul tema della riduzione del carico fiscale dichiarando che, a suo avviso, quando le condizioni lo permetteranno, "si dovrà diminuire la pressione fiscale a partire dal costo del lavoro, in maniera da alleggerire i gravami su economia reale, imprese e salari".