"Il mercato del riso, a conclusione delle semine 2012, rimane in piena crisi, colpito da un'ondata ribassista delle quotazioni su tutte le borse merci, da Vercelli a Milano, da Novara a Pavia".

Ne dà notizia Confagricoltura che richiama la forte preoccupazione dei risicoltori per l'insufficiente remuneratività dei prezzi dei risoni (diminuiti mediamente del 25%, con punte del 32% per le varietà più pregiate come l'Arborio e il Carnaroli). Conto meno pesante (circa l'8%) per i risoni e i risi di tipo 'indica', che alimentano l'export verso gli altri Paesi della Ue e del Mediterraneo, a causa dell'aumento dei prezzi all'esportazione dei principali produttori mondiali di riso, come la Thailandia.

Gli acquisti delle riserie, dopo il rallentamento dei primi tre mesi dell'anno, sono tornati a ritmi normali: "In questa particolare situazione di mercato, con i prezzi così bassi, non possiamo accettare che a guadagnare siano le industrie, mentre i risicoltori ci rimettono  – commenta Giuseppe Ferraris, presidente della Federazione nazionale di prodotto riso di Confagricoltura -. La domanda deve essere equilibrata con l'offerta, per non mettere in difficoltà l'intero settore; le manovre speculative non servono a nessuno. Occorre stabilità e programmazione, in modo da assicurare un'equa distribuzione del valore aggiunto in tutte le fasi della filiera".