E' allarme per le arance siciliane: il 60% della produzione regionale presenta una pezzattura al di sotto della media ricercata dalla Gdo e dai grandi canali di vendita tradizionali.

I primi dati sulla campagna agrumicola in corso in Sicilia sono stati presentati all'Assemblea regionale degli agricoltori indetta dalla Cia Sicilia, dal titolo 'Salvare l'agricoltura per salvare la Sicilia'.

La causa della ridotta pezzatura sono da ricercarsi principalmente nella particolare siccità dei mesi estivi. Le ricadute sono notevoli: nonostante la produzione regionale sia cresciuta del 18% rispetto allo scorso anno e la qualità sia ottima, le aspettative di vendita appaiono compromesse, "magari a vantaggio - denuncia la Cia - del prodotto estero che rispetta meglio i parametri estetici e di peso richiesti".

"Se a tutto questo - spiega la Cia siciliana - si somma la crescita produttiva dei Paesi concorrenti come Marocco (18%) e Turchia (10%), si può cogliere la paura che speculazioni sui prezzi possano danneggiare gli agricoltori”.

La Cia siciliana chiede dunque "un urgente impegno promozionale e pubblicitario da parte della Regione per informare i consumatori e indurli a scegliere e preferire il prodotto siciliano anziché quello d'importazione".

 

Il bilancio dell'annata 2011 in Regione

"Se il 2011 non si è aperto bene per gli agricoltori siciliani, possiamo ben dire che si chiuderà anche peggio".

Non è positivo il bilancio del presidente della Cia Sicilia Carmelo Gurrieri. La grave crisi economica nazionale, infatti, ha avuto pesanti ricadute sul settore primario siciliano; settore che, sottolinea Gurrieri, sarà colpito gravemente anche dalle misure adottate dal governo Monti. In particolare, gli imprenditori agricoli regionali si troveranno a fare i conti con la tassazione dei fabbricati rurali (che fino ad oggi ne erano esentati), le nuove accise sui carburanti e la rivalutazione degli estimi catastali dei terreni e dei fabbricati rurali.

"In uno scenario nazionale - ha spiegato Gurrieri - in cui sono cresciute la produttività e la salubrità dei cibi, non è avvenuto altrettanto in tema di redditività delle produzioni agricole. E' necessario difendere chi produce e non favorire le speculazioni finanziari e le economie virtuali". 

"La Sicilia - ha concluso Gurrieri - senza agricoltura non può avere futuro poiché le mancherà il necessario motore produttivo ne' avrà quella ricchezza diffusa su tutto il territorio indispensabile per crescere".

 

'L'agricoltura torni al centro dell'agenda politica del Governo'

Nel suo intervento Politi ha sottolineato, oltre al ruolo ambientale ed economico dell'agricoltore moderno, anche la necessità di snellire sempre più le lungaggini burocratiche che troppo spesso impegnano la vita dell'imprenditore agricolo, sottraendogli il tempo per le attività produttive e commerciali.

Politi si è anche soffermato sulla necessità che il Governo metta l'economia agricola al centro dell'agenda politica come priorità nazionale. Al momento, ha commentato Politi, è "sempre più abbandonata e trascurata a vantaggio invece di banche, settore finanziario e grandi industrie".

L'Assemblea si è, infine, conclusa con l'invito a consumare sempre più prodotti locali, soprattutto ora che si avvicinano le festività natalizie, con il loro indotto di cenoni e regali. "Un atto di buona partigianeria, questo - ha spiegato Gurrieri - che può risollevare l'economia di migliaia di famiglie e contribuire alla ripresa economica della Sicilia".