La presenza della malattia vescicolare dei suini in una realtà zootecnica intensiva come quella lombarda ha provocato gravi danni economici all'intera filiera suinicola. Il ministero della Salute ha quindi ritenuto 'necessario mettere in atto, ad integrazione delle disposizioni vigenti, tutte le misure idonee ad evitare ogni ulteriore rischio di propagazione della malattia', tenuto anche conto che 'la situazione creatasi non è più in grado di garantire accettabili condizioni di benessere degli animali allevati'. E' stato così approvato il 'Piano straordinario di intervento per la malattia vescicolare dei suini nella regione Lombardia', pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (GU n. 77 del 1-4-2008). Il Piano, adottato con il parere favorevole del Centro di referenza per le malattie vescicolari dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna, stabilisce azioni di eradicazione e de-popolamento, per le quali è prevista l'erogazione di indennizzi agli allevatori.
Nel mese di febbraio 2007 l'epidemia nella regione Lombardia sembrava controllata e la malattia appariva estinta, ma ad inizio maggio 2007, dopo un silenzio epidemiologico di tre mesi, la malattia vescicolare dei suini è ricomparsa nella regione Lombardia, nella quale la provincia di Brescia, una delle province italiane a maggiore vocazione e densità suinicola, è risultata la più interessata con 27 focolai accertati. Nel momento in cui una malattia viene introdotta in un'area ad altissima densità suinicola, subentrano difficoltà aggiuntive per il contenimento dell'infezione sia per l'elevata produzione di virus sia per le criticità evidenziate nella corretta applicazione delle norme di biosicurezza, pertanto il ministero della Salute ha ravvisato la necessità di mettere in atto misure supplementari di eradicazione della malattia in aree geografiche dove la densità di popolazione è tale da supportare l'ipotesi della diffusione per contiguità.