Il consueto appuntamento con l’analisi delle elaborazioni previsionali Noaa del modello Seasonal climate forecast CFSv2, per la previsione delle anomalie termiche e precipitative del periodo invernale 2017. 

Anomalie termiche previste per il trimestre gennaio/febbraio/marzo
Il modello indica pesanti anomalie termiche su gran parte del continente europeo per tutta la stagione invernale 2017. 
Sul lungo termine è possibile notare come le condizioni termiche tendano a sprofondare in rilevanti anomalie positive, in particolare per le aree settentrionali e centrali del continente (fino a +2 dalle medie sulla Penisola Scandinava ed intero comparto russo). Saranno invece salve le zone meridionali (settori nord africani, Grecia e Turchia) ed estreme occidentali, come il Regno Unito e parte della Penisola Iberica. 
Gli eccessi di temperatura più significativi raggiungeranno anche scarti termici nell’ordine dei 2°-3° nel trimestre in oggetto. Questo andrà ad interferire senza dubbio sulla parte finale dell’inverno: si profila dunque l'ennesimo anno in cui la stagione fredda sarà sostanzialmente assente. 
Sotto l’aspetto termico viene confermato l’andamento preso in esame nella precedente elaborazione stagionale, risalente al mese di novembre.

Anomalie precipitative previste per il trimestre gennaio/febbraio/marzo
La seconda mappa indica invece le anomalie precipitative sul continente europeo. Per il trimestre più freddo dell’anno, sono attese precipitazioni complessivamente nella norma
Possibili deficit negativi sono previsti sui settori oceanici della Penisola Scandinava, estreme aree occidentali dell’area iberica e sulle regioni che si affacciano sul Mar Nero. 
Blandi surplus sono invece attesi sulle aree interne della Penisola Scandinava, Regno Unito e locali aree della Francia, indice della ferma presenza dell’anticiclone su gran parte del vecchio continente.

Le poche incursioni gelide dai settori artici appariranno pertanto sterili e si deduce che il Vortice Polare rimarrà spesso compatto, portando alcune tempeste sulle aree più esposte all’Atlantico.

Nota informativa
Le previsioni stagionali hanno un’attendibilità che si aggira sul 20-30%. Il maggiore interesse nell’ultimo periodo da parte della comunità scientifica porta a studi più approfonditi nel settore e quindi a risultati sempre migliori.

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