Lo studio di remote-sensing, che vede coinvolto l'Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Consiglio nazionale delle ricerche di Bari, e frutto di due anni di ricerche, in gran parte svolte sul campo, e con l'ausilio delle più moderne tecniche di telerilevamento aereo, è stato pubblicato sulla rivista scientifica Nature Plants e sembra proprio che riesca a vedere anche i così detti casi asintomatici: quelli di piante colpite dal male, ma che in fase iniziale non vengono colpite dal disseccamento.
"Utilizzando speciali telecamere, montate a bordo di un velivolo che ha sorvolato per due volte l'area interessata, è stato possibile eseguire sia analisi iper-spettrali, scandagliando l'intero campo elettromagnetico, sia acquisizioni con sensori termici - spiega Donato Boscia del Cnr-Ipsp, che aggiunge - I dati aerei sono stati integrati e supportati da una campagna di rilevamento visivo e strumentale a terra, che ha interessato più di 7mila alberi, distribuiti in 15 oliveti. Ulteriori prove a conferma dei dati strumentali sono state fornite da analisi molecolari di laboratorio".
Lo studio, in collaborazione con l'Instituto de agricultura sostenible - Consejo superior de investigaciones científicas di Córdoba, Swansea University, Karlsruhe institute of Technology, Università degli studi di Bari e il Joint Research Center della Commissione europea, ha impegnato un team di 16 ricercatori coordinati dallo spagnolo Pablo Zarco-Tejada, ed è finanziato dal programma europeo Horizon 2020 nell'ambito dei due progetti di ricerca POnTE e XF-ACTORS, entrambi coordinati dal Cnr-Ipsp.
"L'importante risultato dimostra che le alterazioni fisiologiche e funzionali determinate dalla malattia a carico degli olivi colpiti possono essere rilevate strumentalmente dai sensori iper-spettrali e termici, molto prima che lo siano ad occhio nudo nelle osservazioni di campo - prosegue Boscia - Queste indicazioni pertanto forniranno un evidente vantaggio agli sforzi di sorveglianza delle aree esenti dal batterio, oltre che alla mappatura e al monitoraggio della diffusione dell'infezione sui territori colpiti, consentendo un più rapido ricorso a strategie di prevenzione e sforzi di contenimento della sua espansione, come negli auspici della Commissione europea".
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Fonte: Cnr - Consiglio nazionale delle ricerche
Autore: Mimmo Pelagalli