"Il punto fondamentale di questo decreto - precisa l'assessore all'Agricoltura della Regione Siciliana, Dario Cartabellotta - è che si passa dalle eradicazioni obbligatorie al contenimento della malattia, distinguendo, per la prima volta, grazie alle evidenze scientifiche, tra ceppi virulenti e ceppi blandi.
Il decreto, immutato dal 1996, nasce dopo due anni di lavoro e di confronto con le altre Regioni agrumicole di cui la Sicilia si è fatta promotrice e capofila per volere dell'assessore alle Risorse agricole e limentari, Dario Cartabellotta, e del Servizio fitosanitario regionale siciliano.
"Il nuovo decreto contiene un vero e proprio cambio di filosofia - dice l'assessore -. Le modifiche, non senza difficoltà e resistenze da parte delle altre regioni, che ci hanno accusato, senza reticenze, nelle sedi uficiali, di difendere colpevolmente la lobby dei vivaisti siciliani, 'untori' per il resto del Paese, hanno radicalmente stravolto l'approccio al problema, sostituendo il concetto di eradicazione della malattia con quello di controllo e contenimento della malattia.
Il vecchio decreto prevedeva l'eradicazione obbligatoria di tutti gli agrumeti infetti, senza alcuna distinzione tra ceppi virulenti e non, dunque occorreva estirpare obbligatoriammente la gran parte degli agrumeti siciliani, anche quelli apparentemente asintomatici.
La nuova normativ introduce il concetto di “zone distinte” e il concetto di “ceppo severo” e “ceppo blando” del virus. In pratica nelle aree in cui è possibile debellare il Ctv (Citrus Tristeza Virus) l'estirpazione degli impianti è obbligatoria; nelle aree dove la malattia è più blanda, saranno estirpate le singole piante infette.
Altro punto saliente della nuova normativa riguarda l'attività vivaistica. La precedente normativa comunitaria non consentiva attività vivaistica in aree di insediamento a meno che non si fossero adottate norme di sicurezza (rete o saggio individuale delle piante). Dunque, la quasi totalità dei vivai agrumicoli siciliani che ricadevano in zone di insediamento, non adottando le citate norme di sicurezza, sarebbero dovuti essere stati chiusi, con revoca di autorizzazione fitosanitaria. Questa peraltro era la richiesta fortemente voluta dalle altre regioni.
Il nuovo decreto consente invece di continuare l'attività vivaistica, nel rispetto delle direttive comunitarie, a condizione che siano destinate a zone di insediamento. Se destinate a zone indenni va garantita, ovviamente, la produzione sotto rete anti-insetto, a tutela di tali aree di produzione.
Infine, è prevista la distinzione tra piante ornamentali e industriali e si supera, per le prime, il vincolo di produzione sotto rete, senza limitazioni di aree di destinazione del prodotto.
“E' stata raggiunta un'intesa e soprattutto un accordo importante – ha affermato Cartabellotta – grazie al quale si procederà ad un'adeguata programmazione di riconversione e di estirpazione degli agrumeti”.
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Fonte: Regione Siciliana