La nuova campagna di semina del girasole parte sulla spinta dei buoni risultati produttivi realizzati nel 2011. Il punto è stato fatto in occasione del convegno organizzato a Perugia il 24 febbraio scorso da Assosementi, in collaborazione con il Cra ed il Parco tecnologico agroalimentare dell'Umbria. Tema: indicazioni della sperimentazione per una piena valorizzazione della coltura del girasole.

"Le prospettive per il girasole, coltura insostituibile nell'avvicendamento aziendale nelle regioni dell'Italia centrale, sono molto positive grazie al continuo incremento produttivo assicurato dalle nuove varietà ed alle interessanti possibilità di sfruttamento alternative a quello alimentare, in campo bioenergetico e zootecnico" ha commentato Giuseppe Carli, presidente della Sezione sementi di colture industriali di Assosementi.

Il girasole si colloca tra le colture più importanti da cui si ottiene olio, circa l'8% a livello mondiale, e soprattutto è una coltura europea, con il 60-70% della produzione realizzata tra Russia, Ucraina ed i Paesi dell'UE27. In Italia il girasole attende da tempo un pieno rilancio, dopo il crollo delle superfici coltivate agli inizi degli anni 2000, e soprattutto quotazioni di mercato che diano maggiore fiducia agli agricoltori. "La ricerca varietale sul girasole si è concentrata soprattutto nei Paesi europei – ha sottolineato Carli – e le aziende sementiere stanno investendo molto su questa coltura, che ha grosse potenzialità. Basti pensare che la resa media sperimentale delle 32 varietà provate dal Cra nel 2011 è stata vicina alle 3,6 tonnellate per ettaro".