Con il recepimento della Direttiva 91/414 gli Stati membri introducevano nella legislazione nazionale una norma generale per ottenere l’autorizzazione all’impiego dei Prodotti Fitosanitari contenenti le sostanze attive nuove (non ancora sul mercato il 26 luglio del 1993).

Va tenuto presente tuttavia che le autorizzazioni nazionali preesistenti non erano state concesse sulla base degli stessi requisiti tecnici e non in tutti i Paesi Membri si disponeva delle stesse sostanze attive. Si rendeva quindi necessaria una procedura che permettesse di rendere omogenea la situazione, per consentire, tra l’altro, la libera circolazione delle merci. Era necessario a questo punto attivare una procedura di revisione, per poter verificare la rispondenza delle sostanze attive esistenti alle nuove regole comunitarie. L’inclusione in Allegato I della Direttiva (lista positiva) consente l’impiego delle sostanze in tutti i Paesi Membri.
La revisione è stata attuata con una serie di regolamenti che ha definito un meccanismo comune europeo.

La selezione, conclusa nel 2009, è stata drastica: delle oltre 1000 sostanze attive quelle che hanno superato la verifica, cioè sono state inserite nell’Allegato I della Dir 91/414, sono il 26%, mentre quelle che non sono state incluse nell’Allegato I (Lista positiva della Direttiva) sono:
il 67% in quanto non sono stati inoltrati i dossier o ritenuti incompleti o per rinuncia volontaria da parte del notificante;
il 7% invece non hanno superato la verifica.

Le ragioni di questo elevato numero di defezioni sono molteplici: da parte dell’industria la considerazione del costo troppo elevato da affrontare rispetto a un mercato insufficiente a garantire il ritorno sull’investimento è stato molto probabilmente l’elemento critico. Consideriamo che il costo di integrazione della documentazione è stato valutato in circa 3.7 milioni di € per sostanza attiva.
Il risultato più immediato di questa 'selezione in base a criteri economici' è stata una focalizzazione sui prodotti a elevata redditività, non necessariamente solo una eliminazione dei prodotti non più rispondenti a standard attuali, e con questo si sono persi prodotti in grado di consentire la coltivazione soprattutto delle colture minori.
La protezione dell’ambiente e dell’uomo, degno obiettivo, ha ridotto la disponibilità di mezzi tecnici del settore. Questo rende sicuramente più problematica la gestione della resistenza.

La concentrazione delle sostanze attive nelle mani delle grandi imprese ha creato difficoltà rilevanti alla piccola e media industria, ha reso necessarie fusioni, ha tolto la possibilità di coltivare colture che davano reddito a molte piccole aziende agricole familiari.
Si aggiunga a questo che la situazione di crisi che si è determinata negli ultimi tempi ha avuto come primo risultato un restringimento del credito. In queste condizioni la possibilità di rimanere sul mercato per piccole e medie imprese si è drasticamente ridotta. Consideriamo anche la difficoltà di mantenere e far crescere il portafoglio prodotti in un sistema che chiede di autorizzare i prodotti fitosanitari dietro presentazione e valutazione di Allegati III, completata la procedura di revisione e non più applicabile la normativa pregressa.

Consideriamo in aggiunta a tutto questo che:
· dal 2010 si dovrà cominciare a riclassificare i prodotti in base al Regolamento CE 1272/2008 (CLP);
· con l’entrata in vigore nel 2011 (14 giugno) del nuovo Regolamento 1107/2009 che sostituisce la Dir 91/414 sarà istituita una lista positiva dei coformulanti (e quindi andranno · riviste le ricette di formulazione dei Prodotti Fitosanitari in non pochi casi);
· verrà introdotto il principio di sostituzione (per eliminare progressivamente le sostanze attive che destano preoccupazione per aspetti intrinseci di pericolosità: niente risk assessment, ci si basa sui dati tal quali senza valutare l’influenza dell’esposizione) e potremo concludere che non è ancora finito il calvario delle piccole e medie imprese.

Quali possibili soluzioni per gli imprenditori? gettare la spugna? Improponibile.
Proseguire stringendo i denti? molto difficile e per un periodo molto lungo e senza garanzie di successo. Una possibile soluzione è scavalcare le barriere tra imprese create da anni di competizione sul mercato e da filosofie diverse e costituire gruppi che uniscano le forze, le esperienze, le capacità e le finanze dei partecipanti e difendano o sviluppino una formulazione di interesse comune dividendo i costi con regole precise e concordate. 

 

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