Si è da poco conclusa Agrilevante a Bari, la rassegna dedicata alla meccanizzazione agricola del bacino mediterraneo organizzata da FederUnacoma, nella quale, ancora una volta, le capacità del nostro paese sono state premiate da una grande affluenza di pubblico e da un'offerta di livello.
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Agricoltura e innovazione tecnologica, binomio inscindibile
Innovazione e tecnologia sono due punti fissi del sistema agricolo che negli ultimi 15 anni, ha ingranato la marcia e inserito il boost diretto verso qualcosa che assomiglierà sempre meno all'agricoltura dei nostri nonni.
Tablet, sensori, app, robot e agricoltura di precisione sono la nostra realtà. Eppure, in questa sfera di cristallo che ci vede tra i protagonisti mondiali della meccanica agricola più tech, l'Italia si distingue tra i paesi europei per avere il parco macchine (agricolo) circolante più datato. I trattori che lavorano nei nostri campi in molti casi hanno più di 20 anni.
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Le conseguenze di questo non sono solo "estetiche", il problema non è che i trattori nei campi sono brutti. L'impiego di un trattore privo dei moderni sistemi di sicurezza non garantisce un'adeguata sicurezza sul lavoro per l'operatore. Ogni anno facciamo il triste conto delle morti bianche (quelle per schiacciamento con il trattore sono tra le più frequenti) in un settore che detiene il record a livello nazionale.
Inoltre, un trattore di 20 anni non offre la possibilità di utilizzare i moderni sistemi tecnologici applicati alle produzioni per ridurre gli imput e aumentare la produttività, crea quindi un gap che penalizza il nostro sistema produttivo nel rimanere al passo con l'Europa. Stiamo semplificando, ma il concetto ci sembra chiaro.
Alla vetustà del parco macchine, si aggiungono iter legislativi inefficienti che ci permettono di avere dal 2012 una Legge sulla revisione delle macchine agricole inapplicabile e inapplicata per la mancanza di un decreto attuativo.
Infine, sommiamo l'ultimo fattore dell'equazione, una politica di incentivi a spot che apre la bombola dell'ossigeno per brevi periodi, fa impennare le vendite, disorienta il mercato e poi si chiude lasciando un sistema in affanno.
Revisione? Non sappiamo
Sono passati 6 mesi da quando in un evento presso la Camera dei Deputati, il presidente della Commissione Agricoltura alla Camera Mirco Carloni dichiarava "abbiamo un importante quantitativo di denaro per rinnovare le macchine agricole, questo permetterà di mettere i lavoratori in sicurezza".
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Il presidente qui si riferiva ai fondi Pnrr, 400milioni di Euro, la cui destinazione all'epoca non era ancora stata definita. Oggi sappiamo che, per volontà della Comunità Europea, questi fondi possono essere utilizzati solo per l'acquisto di trattori elettrici e a biometano. Forse ne vengono prodotti 20 all'anno e sembra difficile credere di poter svecchiare così il parco macchine nazionale.
Sempre Carloni e sempre ad aprile, dichiarava "per la prima volta, non c'è stata la proroga dei termini per la revisione dei veicoli che è prorogata da almeno 8 anni. Il ministro Salvini ha affrontato l'argomento nella Commissione per la Sicurezza Stradale. È la prima volta che il ministero prende in mano questa situazione".
La scorsa settimana in conferenza stampa ad Agrilevante, abbiamo chiesto al Sottosegretario del Masaf, Patrizio Giacomo La Pietra quando verrà sbloccato il decreto che rende attuativa la revisione. Pur riconoscendone l'importanza, la risposta è stata "non c'è una data da comunicare". Anche questa volta non ci resta che registrare un nulla di fatto.