Senza pale meccaniche, terne, trattori forestali, cingolati e semicingolati, macchine scavafossi, mezzi per la cura degli argini e la canalizzazione delle acque, sistemi per la triturazione dei residui vegetali e attrezzature per la rimozione dei materiali pericolosi non è possibile effettuare interventi efficaci e fare prevenzione.
Una rassegna di queste tecnologie meccaniche sarà esposta ad Eima International nell’ambito del M.i.A., il Salone dell’agricoltura multifunzionale che costituisce una sezione specializzata della kermesse bolognese, centrata sulle attività para-agricole che si svolgono in ambiente rurale e che comprendono anche gli interventi di natura ambientale e di protezione civile.
Nell’area del Quadriportico, al centro del quartiere fieristico, saranno esposte tutte le principali tipologie di macchine per gli interventi contro il dissesto idrogeologico accompagnate da schede tecniche descrittive.
Nel programma dei convegni, inoltre, è previsto un incontro sul tema 'Rischio idrogeologico: un tema di meccanizzazione', promosso da FederUnacoma, Promoverde e Landmaking, nel corso del quale verranno anche diffuse stime sul fabbisogno di meccanizzazione per le attività di manutenzione, e verranno date indicazioni sulle tipologie di macchine da impiegare in funzione delle necessità.
L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale Ispra valuta, infatti, che quasi 5.600 comuni italiani, quindi circa il 70 per cento del totale, sono collocati in aree ad alto rischio idrogeologico e descrive la complessità dello scenario e delle variabili da gestire partendo da quelle relative alla morfologia dei terreni fino a quelle relative alle tipologie di fenomeno: crolli, scivolamenti, colate, debris, mudflow.
Ogni tipo di fenomeno richiede metodiche d’intervento e tecnologie meccaniche differenti, sia in fase di prevenzione che in fase di soccorso.
"Il crollo delle vendite di macchine per l’agricoltura e il movimento terra che si è verificato negli ultimi sette anni a causa della crisi economica - sostiene il presidente di FederUnacoma Massimo Goldoni - ha prodotto un deficit di quasi 11 mila trattrici e di oltre 20 mila macchine per il movimento terra, che in condizioni di mercato normali sarebbero state acquistate e messe all’opera in tutte le regioni del paese e che in parte, sarebbero state destinate proprio alle attività di manutenzione sul territorio".
P"resentare una sezione dedicata al dissesto nell’ambito della rassegna della meccanizzazione agricola - conclude Goldoni - è un messaggio anche politico, perché ci ricorda come agricoltura e sistemazione del territorio non siano settori separati, ma attività da concepire e sostenere in modo integrato e organico".
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Fonte: FederUnacoma