La panoramica di priorità del mandato tracciata dal ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina nella conferenza stampa di presentazione indetta subito dopo la nomina, si è focalizzata sul Piano strategico per l'agricoltura e l'agroalimentare apparendo orientata al futuro e non ferma sulla realtà contingente.
Ciò, come affermato dal presidente Unima Silvano Ramadori, ha rappresentato "una importante base di riflessione".

Proprio di un  progetto organico e coerente, fondato su un nuovo modello di sviluppo capace di guardare al mutato scenario economico e alle molteplici figure che vi concorrono da protagonisti, abbisogna, secondo Ramadori,  l'agricoltura italiana,

Il processo produttivo – spiega Ramadori - vede la compartecipazione di diversi attori, dal conduttore del terreno al contoterzista, dall'agronomo all'impresa di gestione globale, che si integrano con fornitori di mezzi tecnici, costruttori di macchine, strutture di commercializzazione e intermediazione, con il credito e con l'industria di trasformazione.

Gli impegni assunti, già in questa prima fase, dal Ministro Martina – aggiunge - delineano una precisa volontà di rinnovare le politiche agricole nazionali che trova il nostro pieno sostegno".

Il Presidente di Unima, si rende quindi disponibile ad un incontro con il nuovo ministro così da mettere a disposizione del nuovo progetto di sviluppo la professionalità e l'imprenditorialità delle imprese agromeccaniche.

In particolare, Unima sottolinea il ruolo del contoterzista che  affianca all'attività agromeccanica i servizi alla pubblica amministrazione per la difesa e la manutenzione del territorio.

In tal senso, l'associazione per voce del suo presidente, conferisce particolare rilievo all'impegno prioritario preso dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi nel suo discorso al Senato, di sbloccare a breve i crediti vantati dal mondo imprenditoriale nei confronti delle amministrazioni pubbliche considerando le difficoltà che i ritardi nei pagamenti determinano alle imprese agromeccaniche.

La critica del presidente del Consiglio ai vincoli normativi che bloccano i lavori pubblici, anche di minima entità – afferma Ramadori - è un segnale di svolta, che fa ben sperare le imprese meno strutturate, le più esposte ai costi della burocrazia”.     

A ciò, in virtù della priorità indicata dal Presidente del Consiglio Renzi riguardo agli interventi contro il dissesto idrogeologico cui ha fornito immediata eco la lettera inviata dall’assessore al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo della Regione Lombardia, Viviana Beccalossi, Ramadori aggiunge che "le imprese agromeccaniche sono impegnate direttamente  nella difesa e nel ripristino del territorio rurale, con una presenza capillare anche nelle aree più periferiche del paese.
Lo sblocco del patto di stabilità, proposto dall’Assessore Beccalossi, renderebbe possibile realizzare numerosi interventi ormai indifferibili
– ha aggiunto Ramadori – ma soprattutto darebbe alle imprese tempi certi sui pagamenti, vero punto dolente della difesa del territorio.

Il ruolo degli agromeccanici
– conclude - è chiave anche nella diffusione di un modello di agricoltura conservativa incentrata sulle minime lavorazioni e la semina diretta, primo passo verso un diverso approccio alla gestione del suolo capace di aumentarne la permeabilità, contenere i fenomeni erosivi, ridurre la portata dei corsi d’acqua nei periodi di piena con beneficio incalcolabile per il territorio e per l’intera collettività".