Se a Bruxelles si discute di Pac 2028-2034, nell'ambito del confronto fra Commissione Europea e Parlamento Europeo sul Quadro Finanziario Pluriennale Europeo (Qfp), si conoscono già gli orientamenti in tema di gestione del rischio in agricoltura. Naturalmente tutto può ancora cambiare perché sono appena iniziati i confronti ma, al momento, quello che è stato reso noto, è che, nella cornice di un Fondo Unico che non vede più la Pac con un'autonomia finanziaria (budget previsto per il settore primario: 300 miliardi), la gestione del rischio agricolo va nella direzione di meno aiuti ad hoc e più copertura sistematica dei rischi.
Inoltre è prevista una Unity Safety Net, ovvero una Rete di Sicurezza Unitaria, con un budget di 6,3 miliardi, destinato a rafforzare la capacità di risposta alle crisi del settore agricolo. Il budget annuale è di 900 milioni di euro. La Unity Safety Net però sarebbe focalizzata solo su perturbazioni e problematiche di mercato. Sono escluse le questioni relative alle conseguenze di disastri naturali o a danni causati dal cambiamento climatico. Per la gestione dei disastri naturali, ciò che si propone è la decentralizzazione della responsabilità finanziaria. Gli Stati membri dovranno modificare i loro Piani di Partenariato Nazionali e Regionali (Nrp) per liberare le risorse necessarie a compensare gli agricoltori.
Si è parlato anche di Pac e delle prospettive della gestione del rischio in agricoltura durante l'evento che ha festeggiato i venti anni dall'arrivo in Italia di VH Italia, compagnia assicurativa tedesca specializzata nel settore agricolo. Nel 2025, VH Italia ha dato copertura assicurativa nel nostro Paese a 6.900 clienti per 155.200 ettari assicurati (valore assicurato: 776 milioni).
Quando nel 2005 VH è arrivata nel mercato Italiano, era partita con 2.500 clienti e poco più di 23.500 ettari assicurati. L'evento che ha celebrato i risultati ottenuti dalla compagnia si è tenuto a Verona, il 30 ottobre scorso, ed è stato l'occasione per ascoltare una stimolante tavola rotonda che ha cercato di sviscerare prospettive e criticità della gestione del rischio in agricoltura.

Nel corso della tavola rotonda il focus è stato su prospettive e criticità della gestione del rischio in agricoltura
(Fonte foto: Barbara Righini - AgroNotizie®)
Alla tavola rotonda hanno partecipato Samuele Trestini, professore dell'Università degli Studi di Padova, Giovanni Razeto, dirigente responsabile della Gestione delle Avversità Catastrofali di AgriCat, Andreas Rohm, riassicuratore della Munich Re, Philipp Schoenbach, membro del Cda di VH con responsabilità per l'Italia, Oscar Farinetti, imprenditore e, da remoto, Herbert Dorfmann, europarlamentare.
Dorfmann, in un intervento video, ha sottolineato altri punti importanti della probabile futura Politica Agricola Comune, rispetto alle politiche di gestione del rischio nel settore agricolo. "Secondo me - ha detto Dorfmann - stiamo facendo un passo in avanti importante. In futuro dovrebbe esserci l'obbligo per tutti gli Stati membri di avere un sistema di gestione del rischio, può essere nazionale o cofinanziato con i soldi dell'Unione Europea. Quello che secondo me è assolutamente necessario è che la gestione del rischio diventi onnicomprensiva. Questa missione non funzionerà, alla lunga, solo con sistema assicurativo e di fondi mutualistici. Noi dobbiamo investire, in futuro, contemporaneamente in gestione del rischio attiva e in gestione del rischio passiva. Se non investiamo in sistemi di irrigazione, in sistemi antibrina, in reti antigrandine, se non facciamo quindi anche un'azione attiva, i sistemi passivi non ce la faranno più. Mi auguro sarà creata una voce a sé stante, anche in termini finanziari, di gestione del rischio in maniera onnicomprensiva".
Oltre alla Unity Safety Net da 6,3 miliardi, "la riforma - ha detto il professore Trestini - prevede anche la costituzione di un fondo a livello nazionale che permetta di intervenire in caso di disastri causati da rischi catastrofali. La previsione, almeno nella proposta attuale, è quella che gli Stati membri si dotino di fondi per poter far fronte a queste criticità e, in seconda battuta, si intervenga poi con aiuti di Stato. Fra l'altro, secondo me - ha continuato il professore - con una previsione molto buona, che è quella di dire che gli aiuti di Stato dovrebbero andare in misura maggiore a favore delle imprese che si sono preoccupate di assicurarsi contro il rischio. Questa è una logica che tenta di scardinare una criticità che è presente. Ovvero: perché, io agricoltore, dovrei assicurarmi se poi c'è qualcuno che comunque viene in mio soccorso?".
"I rischi però si prevedono in aumento, mentre le risorse sono in contrazione. Forse è il caso di pensare a una collaborazione fra Stati rispetto al modo con il quale gestiamo questi fondi catastrofali. Ciò per cercare di evitare un rischio di fallimento di questi fondi, a livello nazionale", ha proposto Trestini.
E a proposito di eventi catastrofali, durante la tavola rotonda Razeto ha anticipato che, nella discussione del nuovo Piano di Gestione dei Rischi in Agricoltura (Pgra) si sta immaginando di renderlo biennale, in modo da dare stabilità al sistema. Per quanto riguarda invece AgriCat e i tempi lunghi dei pagamenti agli agricoltori che siano stati colpiti da alluvione, gelo/brina o siccità, Razeto ha detto: "Ci sono dodici mesi di ritardo e questo perché abbiamo delle difficoltà di interconnessione. Un evento meteo si delimita in quarantotto ore, in due giorni riusciamo a fare la perimetrazione e si sa chi è dentro e chi è fuori. Poi però va verificato se e quanto ha pagato l'assicurazione, bisogna fare diversi step e ciò comporta ritardi. Ci sono ampi margini di miglioramento".
Sul tema digitale e nuove tecnologie, nell'ambito della gestione del rischio e in particolare rispetto alle assicurazioni agricole, VH Italia può certamente dire la sua. La compagnia infatti, da quando è arrivata nel nostro Paese, nel 2005, ha fatto proprio dell'innovazione tecnologica, affiancata a quella di prodotto, uno dei suoi driver di sviluppo. "Si tende a considerare insurtech quella compagnia che distribuisce i propri prodotti attraverso piattaforme digitali, in realtà è un servizio che va al di là della distribuzione digitale, è più pervasivo dell'intero ciclo. Nel nostro caso tutti i processi sono digitalizzati e quindi potremmo forse definirci come uno dei pochi player agricoli del mercato italiano realmente insurtech", ha detto Alessandro Bellini, Country manager di VH Italia durante l'evento.
In effetti, progressivamente, la tecnologia ha innervato la gestione della compagnia. "Vent'anni fa eravamo probabilmente la prima compagnia ad avere una piattaforma totalmente online digitalizzata, messa a disposizione dei nostri intermediari, dei nostri periti per la distribuzione e la gestione dei rischi", ha continuato Bellini. È poi arrivata la sottoscrizione dei documenti precontrattuali e contrattuali con firma elettronica basata su tecnologia blockchain fino alla completa informatizzazione dei processi aziendali, con l'introduzione di un software per la liquidazione dei sinistri e all'utilizzo di droni e satelliti come strumento. "Oggi - ha detto ancora Alessandro Bellini - il 95% del nostro portafoglio, sia i documenti contrattuali certificati e polizze che i bollettini di liquidazione, sono in formato digitale".
Guardando ai prossimi tre anni di sviluppo e definendo la strategia per il futuro, Bellini ha continuato: "Non cambieremo ricetta, bensì affineremo la bussola per adattarci al mercato e al contesto. Il nostro futuro sarà orientato alle tre P (Predict, Protect e Partner). L'obiettivo è quello di mettere a disposizione, a supporto dei nostri clienti, la conoscenza che stiamo sviluppando e la tecnologia. Passeremo da una logica di 'risk transfer' a una logica di 'risk prevention' e 'prediction'. Quindi in una visione in cui la compagnia non è più solo un attore assicurativo nel mercato agricolo, ma diventa un attore di un sistema più ampio, che si inserisce in un panorama di gestione del rischio che va al di là del semplice utilizzo di uno strumento assicurativo ma che punta sull'integrazione tra strumenti. L'analisi del rischio e la consulenza sull'analisi del rischio diventano centrali. L'obiettivo è quello di diventare una piattaforma di analisi del rischio e di fornire questo tipo di servizi ai nostri partner".
Assicurazioni agricole: un podcast per capirle
Per capire meglio cosa sono e come funzionano le assicurazioni agricole arriva "Sotto Copertura", la serie podcast prodotta da AgroNotizie® in collaborazione con VH Italia.
Con un taglio narrativo, da indagine, il supporto di due esperti in ogni puntata e sei parole misteriose da svelare, il podcast spiega il mondo delle assicurazioni agricole in modo semplice e chiaro: partendo da concetti base per capire le condizioni contrattuali prima di sottoscrivere una polizza, si arriva alla procedura per ottenere l'indennizzo, dopo che il danno si è verificato, evitando così errori che possono comprometterlo. E il digitale che ruolo ha in tutto questo? Per scoprirlo è possibile ascoltare le puntate qui di seguito.
"Sotto Copertura", le assicurazioni agricole spiegate semplici
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