Confagricoltura Puglia, servono altri 700 milioni per il Salento
"Il via libera allo scorrimento dell'intera graduatoria delle domande di reimpianto degli ulivi colpiti dalla Xylella e l'aumento delle risorse sono ottime iniziative, ma non bastano per un intervento mirato al rilancio dell'economia del territorio". È quanto sostiene Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Puglia, all'indomani della notizia data dall'assessore all'Agricoltura della Regione Puglia, Donato Pentassuglia, in merito ai provvedimenti da adottarsi per implementare il biennio di transizione 2021-2022 del Psr Puglia 2021-2020, tra questi quello del rifinanziamento della misura 4.1C, inerente il finanziamento dei reimpianti."Si auspica un'integrazione del Governo italiano di 700 milioni di euro in più rispetto a quanto già previsto, tenuto conto che per far risorgere il Salento servono 1,5 miliardi" afferma Lazzàro, che aggiunge: "La somma è fondamentale e serve a sbloccare l'intero Piano di rigenerazione".
Una curiosità: di una cifra di pari entità, da richiedere al Governo come ulteriore finanziamento del Piano di rigenerazione per il Salento, aveva parlato anche lo stesso assessore Pentassuglia in una riunione a Lecce con le organizzazioni agricole e riportata poi dalla stampa locale, incontro tenutosi solo qualche giorno prima della conferenza stampa di Bari sul Psr Puglia.
Secondo il presidente di Confagricoltura Puglia, rispetto al Piano di rigenerazione è necessario anche "sbloccare i decreti attuativi ancora incagliati. Solo con un intervento importante sia sul piano economico che su quello progettuale, l'area salentina potrà ricominciare a produrre e gli imprenditori potranno tornare ad investire sul turismo del territorio, area a forte vocazione turistica che proprio nell'albero d'ulivo ha la sua forte riconoscibilità e identità".
"Tuttavia, lo scorrimento della graduatoria relativa alla misura 4.1.C del Psr Puglia è già una buona notizia per l'area - conclude Lazzàro -. Questi 54 milioni di euro in più - all'inizio erano 6 milioni di euro - per un totale di 60 milioni sono una opportunità per gli olivicoltori della zona, anche per chi non ha presentato domanda. Di fatto, dovrebbe essere aperto un nuovo bando anche per coloro che non sono riusciti a partecipare al primo".
Oliveti d'Italia lancia Agridriver
Intanto, in Puglia è nato un servizio di consulenza per gli olivicoltori con l'obiettivo di "accompagnare costantemente le aziende nella gestione agronomica, dallo studio delle caratteristiche del terreno alla scelta dell'impianto più adatto fino alla trasformazione del prodotto". Si chiama Agridriver, è proposto dal Consorzio Oliveti d'Italia ed è rivolto a tutti gli imprenditori agricoli che hanno innovato la propria produzione scegliendo la cultivar di olivo Fs-17, detta anche Favolosa. In questo ambito un consulente agricolo offrirà linee guida per una "produzione sostenibile".Nei primi sei mesi del 2021, del resto, il Consorzio Oliveti d'Italia ha contribuito alla piantumazione di più di 250mila alberi di Favolosa nei campi del Salento distrutti dalla Xylella fastidiosa, ma anche in altre regioni come Basilicata, Calabria, Campania e Umbria: questa cultivar consente, a produzione consolidata, di garantire una raccolta in media 100-120 quintali di olive per ettaro.
"L'assistenza tecnica che già stiamo garantendo a chi decide di puntare sulla Favolosa è un ulteriore servizio necessario per consentire agli imprenditori di ottimizzare l'investimento con scelte agronomiche già consolidate - spiega il presidente del Consorzio Oliveti d'Italia, Nicola Ruggiero -. Puntare sulla Favolosa significa proiettarsi nel futuro, rispettando la biodiversità e mantenendo inalterata la grande qualità della tradizione olivicola italiana".