Che fosse nell'aria l'addio a questo Governo da parte di Teresa Bellanova, lo si capiva leggendo il racconto degli ultimi giorni; e senza tornare troppo indietro basterebbe riavvolgere il nastro a ventiquattro ore prima quando, in Consiglio dei ministri, all'approvazione del Recovery plan è mancato il suo voto e quello di Elena Bonetti.
Lei, nella veste di capodelegazione di Italia viva, ha avuto un ruolo di primo piano; avendo portato avanti le istanze renziane, e 'spezzando' gli equilibri della coalizione all'interno di Palazzo Chigi. "Io come capodelegazione - dice - fino a questo momento non ho avuto una telefonata o un segnale per dire: 'abbiamo capito'".
Il nodo da sciogliere alla fine non è stato sciolto. Il premier Giuseppe Conte non ha dato le risposte attese. Come la stessa Bellanova spiega: sul Recovery plan "riconosciamo i passi avanti, ma non ci soddisfano. Se l'impianto è in parte migliorato, rimane però totalmente insufficiente e resta irrisolto il tema del Mes". Tra l'altro per l'ormai ex ministra ad aprire la crisi non è stata Italia viva ma "chi in questi mesi ha scelto di lasciare irrisolte" le questioni "sul tavolo, al punto tale da farli marcire. A Conte da mesi diciamo questo. Non abbiamo mai avuto risposte".
Poi, nonostante il divario politico sia al momento incolmabile, il punto sull'emergenza: i ristori e lo scostamento di bilancio non devono destare preoccupazione, saranno messi in salvo. Teresa Bellanova rassicura e avverte: abbiamo "chiesto che fosse calendarizzato subito dopo Capodanno lo scostamento di bilancio" e fossero "decise le misure sui ristori"; ribadisce allora "la disponibilità di Italia viva ad approvarli".
Soltanto ieri, 13 gennaio 2021, la ministra aveva dato i numeri del bonus ristorazione: 46.692 domande (31.086 quelle presentate via web e 15.606 alle Poste), con un importo totale di contributi richiesti di oltre 221 milioni per una media di 7.139,40 euro a domanda; presumendo che le domande fatte alle Poste abbiano mediamente lo stesso importo di quelle digitali, è possibile prevedere che gli importi richiesti si aggireranno complessivamente intorno ai 345 milioni di euro.
"In un mese abbiamo impegnato risorse per oltre 350 milioni di euro - aveva osservato - rispondendo così alla totale richiesta arrivata dal mondo della ristorazione. Lo considero un risultato ampiamente positivo per una misura che rappresenta un innovativo e importante strumento di intervento a sostegno dell'intera filiera agroalimentare dal campo fino al ristoratore, alla mensa, ai catering e agli agriturismi, che va ad integrare le altre opportunità espressamente rivolte agli esercizi. Un risultato significativo considerato che molti esercenti hanno subito chiusure o rallentamenti a causa della pandemia".
Per Teresa Bellanova - che tra le sue battaglie più importanti, oltre che vittoriose, può annoverare la lotta al caporalato grazie al lavoro congiunto con il ministero del Lavoro e il ministero dell'Interno per l'approvazione di un provvedimento di emersione e trasparenza che ha dovuto scalare non pochi gradini nel suo iter di conversione parlamentare - "la crisi bisogna chiuderla. Ora è nelle mani di Conte la scelta di decidere verso quale direzione andare. Se riconosce che la maggioranza con la quale ha lavorato in questo anno può andare avanti, deve darsi una base programmatica e quindi costruire quelle misure che non sono eclatanti ma cose concrete. Investimenti, lavoro, sostegno alle imprese".
La lotta al caporalato in dieci azioni
Aggiornamento al 15 gennaio 2021
Lo scorso 14 gennaio il Quirinale ha reso noto che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il decreto mediante il quale, su proposta del presidente del Consiglio dei ministri, vengono accettate le dimissioni rassegnate da Teresa Bellanova. Il relativo interim del ministero delle Politiche agricole è stato assunto dal presidente Giuseppe Conte.