La nuova intesa - ormai prossima, alla quale stanno lavorando gli uffici competenti del Mipaaf, - è stata anticipata nello scorso fine settimana dalla ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, durante la visita in Puglia.
Notizia così commentata da Coldiretti Puglia: "Bene l'impegno della ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova per un intervento risolutivo d'intesa con il ministero dei Beni culturali, in collaborazione con la Regione Puglia, per le necessarie deroghe ai vincoli paesaggistici per l'espianto di ulivi ed il reimpianto di culture arboree diverse dai soli ulivi resistenti".
La diversificazione produttiva, infatti, è ancora al palo – denuncia Coldiretti Puglia - con le domande di impianto di colture diverse dall'ulivo, come il vigneto, regolarmente bocciate dalle Commissioni paesaggistiche per "salvaguardare la matrice olivetata", mentre il Salento muore di burocrazia. Il "Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia" apposta su questa misura ben 25 milioni di euro di contributi agli investimenti.
"La liberalizzazione dei reimpianti con l'adeguata diversificazione colturale è un passaggio fondamentale – ha ribadito il presidente di Coldiretti Lecce, Gianni Cantele alla ministra Bellanova - per una ricostruzione efficace dal punto di vista economico e paesaggistico, puntando oltre che sulle due varietà resistenti di ulivo, sempre con il supporto della scienza, su altre varietà tipicamente mediterranee, perché bisogna ridare agli agricoltori le chiavi delle loro aziende e il loro futuro, attraverso i reimpianti, gli innesti e la sperimentazione, privilegiando tutte le piante ospiti appartenenti a varietà per le quali vi sia una evidenza scientifica, anche se non definitiva, su tolleranza e resistenza al batterio".
"E' essenziale dopo tanti anni il coordinamento fra le parti dello Stato – ha ribadito il presidente Cantele - perché anche le risorse del Piano di rigenerazione destinate alla diversificazione risultano così bloccate, con il rischio di andare in fumo senza i necessari provvedimenti ordinamentali nazionali, vanificando progettualità e finanziamenti per la diversificazione delle filiere agroalimentari".
Senza deroghe ai vincoli nazionali paesaggistici agli espianti per l'area infetta delle zone ormai distrutte dal batterio – aggiunge Coldiretti Puglia – la provincia di Lecce è ingessata e destinata a morire di burocrazia, prima ancora che di Xylella.