Tra gli eventi più attesi dagli operatori c'è il congresso "La mela nel mondo", che in questa occasione offrirà una panoramica il più possibile dettagliata e circostanziata di ciò che sta avvenendo a est, dalla Polonia fino al Giappone.
A tal proposito Kurt Werth, organizzatore e coordinatore del congresso, anticipa già qualche spunto di riflessione.
"Il progetto di studiare ciò che sta avvenendo nel vicino e nel lontano oriente dal punto di vista della mela - spiega Werth - nasce da un'idea condivisa con Jochen Kager, direttore generale Europa & Medio Oriente di AgroFresh, perché quest'area geografica sta offrendo situazioni e dinamiche che meritano di essere approfondite".
"La Polonia, per la quale quest'anno si prevede un raccolto di 4,5 milioni di tonnellate - un altro record che corrisponde a due volte la produzione italiana – verrà trattata a parte, quindi nel nostro intervento ci soffermeremo maggiormente sulle realtà emergenti - prosegue Werth - Parleremo ad esempio della Russia, dove si stanno effettuando grandi e importanti investimenti, sia in termini di terreno che di risorse investite, nelle regioni del Caucaso, quali l'area di Krasnodar e la regione del Cabardino-Balcaria. Qui, negli ultimi cinque anni sono stati attivati migliaia di impianti nuovi, con piante importate da Olanda e Italia. Tutto ciò è interessante perché non si tratta di una semplice innovazione rispetto alla vecchia frutticoltura ex sovietica, ma rappresenta un fenomeno inedito, con grandi società di capitali che investono in frutticoltura".
"Dopo la Russia - prosegue Werth - continueremo il nostro viaggio verso oriente con altri Paesi dell'Asia centrale che, sebbene non dispongano delle superfici che può offrire la Russia, presentano comunque realtà interessanti in forte sviluppo. Mi riferisco, in questo caso, a repubbliche ex sovietiche come l'Uzbekistan, Kazakistan, il Kirghizistan e il Tagikistan. Ci soffermeremo anche sulla Turchia, la quale ha già una tradizione importante nella melicoltura, ma dove si stanno attivando nuovi impianti. In tutti questi Paesi citati c'è un grande fermento, ma non tutto dal punto di vista agronomico va come dovrebbe andare: nonostante la presenza in loco di diversi consulenti ed esperti non mancano i problemi, perché talvolta si scelgono terreni e superfici non adatti".
Si parlerà anche di Iran, uno dei maggiori produttori mondiali di mele: a livello quantitativo supera di poco Italia e Turchia, ma ha tecniche di produzione ancora arretrate. Si farà una panoramica anche sulle Repubbliche Baltiche e sui Paesi dell'Europa dell'Est come Croazia, Slovenia, Repubblica Ceca e Slovacchia, per poi spostarsi nell'estremo Oriente.
"Ho visitato personalmente le due Coree – afferma Werth – e la situazione tra Nord e Sud è molto differente. A Sud troviamo una realtà paragonabile a quella altoatesina, con piccole aziende familiari che producono in modo intensivo, in Corea del Nord ci sono importanti investimenti esclusivamente statali, spesso però effettuati su terreni non adatti".
Il viaggio sulla geografia orientale della mela volerà poi in Giappone, situazione non paragonabile a nessun'altra: il prezzo è anche dieci volte più alto rispetto all'Europa, e una mela non è mai abbastanza perfetta. Si assiste alla ricerca di una qualità eccellente, in cui l'elemento estetico riveste un ruolo fondamentale e vi è un grande apporto di manodopera, che fa lievitare enormemente i costi, con una produzione che è di poco al di sotto di quella altoatesina: 800mila tonnellate, contro circa 1 milione di tonnellate dell'Alto Adige.
"Un caso a parte, rimanendo nel continente asiatico – conclude Werth - è rappresentato dall'India, che noi tratteremo tangenzialmente in quanto non particolarmente interessante dal punto di vista produttivo, ma da considerare per altre importanti valutazioni. Questo Paese di circa 1,5 miliardi di persone, ovvero una popolazione analoga a quella della Cina, produce infatti solo 2 milioni di tonnellate di mele o poco più. Ciò significa che, se ogni indiano si mettesse a consumare 2-3 kg di mele all'anno, verrebbero a mancare sul mercato mondiale circa 3 milioni di tonnellate di prodotto. Una situazione che è guardata da vicino anche dall'Alto Adige, che attraverso l'organizzazione di From ha aperto un canale con il mercato indiano. Tuttavia, rimangono ancora aperti diversi interrogativi, perché l'India è per noi un mercato ancora lontano, occorrono quantitativi importanti e varietà in grado di assicurare una lunga shelf life".
La Cina, il primo produttore di mele al mondo con 43-45 milioni di tonnellate all'anno (la produzione globale è attorno agli 83 – 85 milioni di tonnellate), avrà uno spazio interamente dedicato all'interno del Congresso, con l'intervento di Yuan Yongbing - Qingdao Agricultural University.
L'appuntamento con "La Mela nel Mondo" è il 15 e 16 novembre a Fiera Bolzano in occasione della undicesima edizione di Interpoma.
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Fonte: Fruitecom