“Ci auguriamo ora – dichiara il presidente del Coordinamento ortofrutticolo di Fedagri-Confcooperative Davide Vernocchi – che le misure vengano attuate in maniera uniforme in tutta Europa in modo da ridurre effettivamente l’offerta sui mercati e che, in virtù del nuovo margine di gestione nazionale, vengano colte appieno tutte le opportunità offerte dal nuovo schema. In ogni caso, è impensabile sostituire un Paese con 150 milioni di abitanti come la federazione russa senza l’introduzione di altre misure. Continuiamo comunque a ritenere – prosegue Vernocchi – che le risorse stanziate dall'Ue costituiscano solo una prima misura straordinaria per i produttori operanti nel comparto. Auspichiamo che l’Europa riesca a trovare presto un budget aggiuntivo, per introdurre altre misure di sostegno e garantire equità di trattamento tra i produttori: è inaccettabile il vuoto giuridico ed economico sulle operazioni effettuate dal 4 settembre in poi”.
“Occorre inoltre, come abbiamo più volte sottolineato, che l’embargo venga affrontato come un problema politico nella sua interezza, dal momento che la chiusura dello sbocco commerciale in Russia è una decisione scaturita da problemi di politica internazionale e di rapporti diplomatici tra Paesi”. Nel merito del nuovo meccanismo approvato, l’Alleanza delle cooperative agroalimentari ritiene sia “positivo che la Commissione, sollecitata in maniera determinante dal nostro ministero dell’Agricoltura, abbia considerato una ridistribuzione tra i Paesi esportatori delle quote di prodotto che giungono attraverso triangolazioni con altri Stati membri, calcolo che ha consentito al nostro Paese di recuperare i suoi effettivi volumi di export, ed anche l’inserimento degli agrumi (arance, clementine e mandarini), nell’elenco dei prodotti per i quali si può richiedere il sostegno”.
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