È necessario innanzitutto visionare e interpretare l’istogramma colturale che è stato inserito in calce alla pubblicazione dei costi.
Tale istogramma, denominato "Reddito da lavoro di varie colture arboree 2012", dimostra palesemente come sono andati i costi e i ricavi standard nell’annata agraria appena conclusa e in particolare indica a quanto ha lavorato (€/ora) un imprenditore agricolo concreto e precisamente un coltivatore diretto che non assume manodopera.
In verità oggi sono limitate le imprese agricole coltivatrici dirette che svolgono tutte le ore necessarie per le varie colture con l’ausilio della sola manodopera famigliare e che quindi necessariamente devono fare scambi con imprenditori limitrofi e/o impiegare operai agricoli, studenti o pensionati, pagandoli con i voucher o compensando con scambi di manodopera, che comunque sonp un costo e tempo tolto all’impresa.
I costi colturali elaborati, soprattutto quelli di frutteti e vigneti, tengono conto delle applicazioni tecniche più diffuse nel territorio tipico dell’Emilia Romagna, realizzate da tre differenti imprenditori: puro, in economia e coltivatore diretto. Quest’ultimo è una tipologia gestionale molto diffusa nell’areale considerato e corrisponde ad un’azienda a prevalente gestione familiare, in cui il capofamiglia si occupa della gestione ed effettua direttamente le varie operazioni colturali con la collaborazione di altri componenti del nucleo familiare o, soluzione sempre più crescente, col contributo di altri imprenditori agricoli, oppure con regolari rapporti di lavoro occasionali-temporanei.
Quindi il costo colturale relativo al coltivatore diretto non tiene conto del valore della manodopera, che corrisponde al suo eventuale reddito netto (da lavoro) aziendale/anno/coltura.
Per quanto attiene i centri di costo, che sono stati oggetto di aggiornamento e di scrupolosa cernita, al fine di indicare dati di costi “standard” dei singoli fattori produttivi impiegati per le colture arboree esaminate, si rimanda alla presentazione e allo specifico costo colturale che riporta in modo analitico le singole voci dei costi espliciti e calcolati, utili per determinare il costo totale e unitario che ogni coltivatore agricolo sostiene, in funzione delle variabili esistenti per tipo di impresa, vocazionalità, professionalità e capacità commerciale.
Quest’ultima prerogativa, intesa come volontà di concentrare ancora di più l’offerta e quindi di poter valorizzare al meglio il prodotto frutta e uva/vino.
Occorre in definitiva essere protagonisti in prima persona di tutta la filiera e creare concreti legami e sinergie fra i comparti agroalimentari: ortofrutta, vitivinicolo, zootecnico, caseario, oleico, ittico. Ciò consentirà di essere in grado di fornire al consumatore finale un "paniere" variegato e completo, presupposto essenziale per garantire la continuità delle forniture, nonché di reddito più adeguato anche per lo stesso produttore.
Note esplicative
Reddito da lavoro 2012 “standard” (€/ora) - Coltivatore diretto/Colture/Cultivar/Forma allevamento
Il reddito da lavoro è stato ottenuto dal reddito netto/coltura = (q.li x €/q.le) – meno i compensi per il terreno (canoni affitto) e lavoro direttivo (stipendi), diviso le ore /anno/medie necessarie per la coltura esaminata.
I costi del coltivatore diretto sono quelli ottenuti nell’analisi economica effettuata e i prezzi sono quelli medi liquidati in prevalenza dalla Cooperativa Agrintesa di Faenza.
Nel complesso nel 2012 sotto la tariffa di un operaio comune (€/ora 13,01), troviamo le nettarine “Big Top”, il pesco”Grenat” e il susino "Angeleno", oltre al melo "G. Delicious" e all’actinidia “Hayward”, ma in queste ultime due colture arboree il reddito da lavoro è risultato comunque interessante.
Tutte le altre colture e varietà considerate hanno evidenziato risultati buoni.
Come bene si evince nell’istogramma presentato, il 2012 è stata un’annata agraria eccezionale per quanto attiene le uve che hanno in media quasi raddoppiato il prezzo: Trebbiano di Romagna €/q.le 47 e Sangiovese I.G.P. €/q.le 45. Questo andamento economico favorevole ha evidenziato ancora di più il vantaggio fra uve meccanizzate, in specie nella raccolta, e uve raccolte a mano.
Come si può notare sempre nell’istogramma, il reddito da lavoro per il vigneto cresce in modo significativo per le uve raccolte a macchina con la Braude e/o con la Pellenc/Smart.
In effetti si passa per il Trebbiano r. dalle 24,32 €/q.le alle 76,14 €/q.le e per il Sangiovese dai €/q.le 16,58 ai 60,55 €/q.le . E’ chiaro che la meccanizzazione integrale dei vigneti (in specie potature e raccolta) sarà in futuro la carta vincente, peraltro già palese ora, ma ricordiamo che nel 2012 vi sono state condizioni e variabili molto positive per il mercato e per lacommercializzazione dei vini, forse irripetibili.
In ogni caso la tendenza è sicuramente la razionalizzazione degli impianti di vigneto, il rispetto delle vocazioni e, come già sottolineato, la meccanizzazione integrale che diventerà una necessità vitale per risultare più competitivi in un mercato sempre più globale.
Costi di produzione delle colture arboree ed erbacee
A cura del Professor Francesco Rinaldi Ceroni, consulente agricolo e imprenditore in Economia, realizzato in collaborazione con Fedagri-Confcooperative, con la Provincia di Ravenna e con il contributo dell'IPSAA "Persolino" Faenza.
Contatti: rinaldiceroni.f@evomail.it
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Agronotizie