A distanza di qualche settimana ecco l'aggiornamento per i prossimi mesi che ci proiettano nel cuore della stagione autunnale. L'elemento più importante, come nell'ultimo appuntamento, è sempre costituito dal chiaro delineamento della Niña, ovvero un'anomalia negativa molto evidente delle acque pacifiche equatoriali che potrebbe condizionare sensibilmente il contesto meteo climatico per ottobre e novembre.
La Niña condizionerà l'autunno
Un fenomeno che costituirà un pericolo sulla stagione appena iniziata con effetti anche sulla nostra penisola. Innanzitutto, facciamo un po' di chiarezza sulla Niña, ovvero, come appena accennato, è costituita da un raffreddamento delle temperature superficiali delle acque dell'Oceano Pacifico centrale e orientale, che dall'ultimo rilevamento della Noaa, National Oceanic and Atmospheric Administration, nel corso del mese di settembre 2021 aveva raggiunto circa gli -0,5°C rispetto alle medie e, secondo le recenti stime modellistiche previsionali, tra ottobre e novembre potrebbe addirittura raggiungere i -1,2°C ricalcando il calo dei valori termici delle acque superficiali di quella zona pacifica.
Tale scompenso produrrà con buone probabilità effetti tangibili sull'intera superficie della terra, tant'è che secondo le ultime proiezioni si verrà a creare un potente anticiclone sull'Oceano Atlantico orientale che abbraccerà anche gran parte degli Stati Uniti e del Canada. Le aree soggette al campo altopressorio non riceveranno piogge sostanziali, con clima spesso molto mite e cieli sgombri da nubi. Diversamente si scatenerà una risposta antagonista tra Alaska, Groenlandia e Islanda, ove si andrà a scavare un'area ciclonica molto profonda, vasta e dal carattere stazionario, la quale sospingerà continue depressioni verso l'Europa con al seguito nuclei decisamente freddi dalle latitudini polari verso le zone più temperate del continente, fino a raggiungere quindi il Mediterraneo.
Effetti importanti sull'autunno 2021, che potrebbe presentarsi più freddo e piovoso del previsto in Europa e in parte anche sull'Italia. Avremo infatti una maggiore probabilità di essere colpiti dalle perturbazioni in discesa dai quadranti nordoccidentali atlantici, le quali schiacceranno l'anticiclone africano entro la propria sede, ovvero il Nord Africa. Ma qualora sopraggiungessero prematuramente, questi flussi piuttosto freddi sui nostri mari, ancora molto caldi, potrebbero contrastare pesantemente con la tanta energia ancora a disposizione e andare a generare eventi meteo estremi.
Evoluzione in Italia
Le più recenti elaborazioni del Centro Meteo Europeo Ecmwf evidenziano per il nostro territorio nazionale un elevato rischio di eventi perturbati importanti, senza peraltro escludere locali alluvioni. La discesa di flussi freddi dall'Europa settentrionale può difatti innalzare notevolmente la formazione di vortici ciclonici secondari sui nostri mari e, con un assetto barico favorevole, non sarà improbabile dover fronteggiare la genesi di cicloni mediterranei che potrebbero trasformarsi in aree depressionarie molto durature, capaci d'innescare fasi di maltempo per diversi giorni.
Nel corso delle varie fasi perturbate potrebbero abbattersi temporali autorigeneranti in grado di portare fenomeni molto intensi per diverso tempo sulle medesime aree del territorio, scaricando a terra nel giro di poche ore anche 300/400/500 millimetri di pioggia.
Un'evoluzione che andrà controllata accuratamente, in quanto il nostro fragile territorio potrebbe subire pesanti attacchi dal punto di visto idrografico.