Coltura esigente quanto a concimazioni, sia per quantità, sia per tipologia, il peperone richiede però attente cure ai dosaggi e ai tempi di intervento. Ciò poiché la coltura presenta più cicli di raccolta, sovrapponendosi le diverse fasi vegetative con quelle produttive


Massimo equilibrio quindi nelle somministrazioni di fertilizzanti, a partire dai macroelementi NPK. Questi devono infatti essere dosati in modo da ottenere le massime produzioni, senza però interferire con sul processo di crescita vegetativa. Non solo l'azoto va quindi dosato attentamente e più volte nella stagione, evitando eccessi o carenze, ma anche il potassio va somministrato con prudenza al fine di non compromettere i cicli successivi di fruttificazione generando steli deboli e fioriture poco propizie

 

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Attenzione al calcio

Nei piani di concimazione va sempre inserita un'adeguata quantità di calcio, al fine di prevenire eventuali fisiopatie come il marciume apicale, in inglese Blossom End Rot. In caso di carenze, sui peperoni si manifestano macchie scure e concave sulla parte inferiore dei frutti, soprattutto quando a favorire la fisiopatia vi siano fluttuazioni sensibili dell'umidità dell'aria.

 

Microelementi: pochi, ma buoni

La sovrapposizione pressoché continua di cicli vegetativi e produttivi richiede anche una costante e sufficiente dotazione di microelementi, chiamati questi a sostenere sia lo sviluppo dei germogli, sia la crescita delle bacche. nella scelta dei prodotti NPK è quindi bene prevederne alcuni che contengano anche i microelementi fondamentali.

 

Le asportazioni medie del peperone

Le asportazioni finali di nutrienti possono essere anche molto differenti in funzione delle produzioni. Considerando un range fra 30 e 50 tonnellate per ettaro, con il primo valore da considerare comunque scarso, le asportazioni di azoto possono variare molto, fra i 100 e i 200 kg/ha. Altrettanto dicasi per il fosforo, con asportazioni comprese da un minimo di 50-60 kg/ha (con produzioni molto scarse, non superiori alle 30 tonnellate) a un massimo che può superare i 100 kg/ha di P2O5 in caso si tocchino o si superino le 50 tonnellate per ettaro. Infine il potassio, elemento di cui il peperone è particolarmente avido toccando i 300 kg/ha in caso di raccolti di almeno 50 tonnellate per ettaro. 

 

Calcio e magnesio, infine, vengono asportati con un rapporto fra loro variabile da 4:1 a 5:1. Per il calcio (CaO) servono 150-160 kg/ha per raggiungere le fatidiche 50 tonnellate per ettaro, mentre per il magnesio servono 30-35 kg/ha.

 

Il piano di concimazione del peperone

Una concimazione di base può essere effettuata con fertilizzanti NPK in cui gli elementi siano tendenzialmente in rapporto fra loro come da asportazioni di cui sopra, meglio se dotati di un inibitore della nitrificazione al fine di rendere più graduale la disponibilità di azoto per la coltura. 


Il post trapianto è sempre fase molto delicata, in quanto le piante devono avviarsi velocemente a sviluppo e successiva produzione. In tali momenti è quindi bene somministrare più prodotti aventi scopi differenti: “rabboccare” i macroelementi e arricchire il terreno e la coltura con i più opportuni biostimolanti. A tal fine si prestano ottimamente gli estratti algali, grazie anche alla presenza di fitormoni, meglio se abbinati a prodotti arricchiti con microrganismi benefici per la rizosfera.


Le fasi successive, in cui si accavallano appunto sviluppo vegetativo e produzione, le somministrazioni di elementi nutritivi, incluso il calcio, è bene siano integrate con applicazioni fogliari di amminoacidi e biostimolanti di origine algale, utili anche a sostegno della fertilità in fase di fioritura. Tali applicazioni vanno proseguite poi anche nella fase di allegagione e ingrossamento/maturazione dei frutti.

 


Disclaimer

AgroNotizie® condivide informazioni agronomiche generali, coltura per coltura. Non è intenzione né ruolo di AgroNotizie® svolgere un ruolo di consulente agronomico dando indicazioni tecniche a favore di un prodotto anziché l'altro, né si prende la libertà di suggerire dosi che potrebbero essere al contempo corrette o errate, poiché ogni azienda agricola e ogni situazione di campo è storia a sé e non può essere affrontata tramite consigli online. In tal senso, si consiglia quindi di rivolgersi a professionisti che hanno fatto dell'assistenza tecnica la propria professione.