Dopo i saluti da parte di Erio Guandalini, titolare di Agritalia e assiduo sostenitore della sperimentazione di nuove soluzioni per la difesa e la fertilizzazione delle colture, sono state presentate le due relazioni da parte di Gianfranco Romanazzi (Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari ed ambientali dell'Università Politecnica delle Marche) e di Marcello Iriti (Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell'Università degli Studi di Milano)
Rendiamo disponibili le relazioni presentate per i lettori di AgroNotizie.
Nalle sua relazione, Romanazzi ha affrontato il tema: “Uso del chitosano nella difesa antiperonosporica della vite e per il controllo dei marciumi in pre e post raccolta".
Sono state presentate le prove di efficacia nelle quali si evince un comportamento a volte equivalente a quella delle altre pratiche utilizzate, l’assenza di danni o effetti fitotossici sul frutto, l’assenza di alterazioni delle caratteristiche organolettiche, l’assenza di rischi per l’uomo e l’ambiente, la piena compatibilità con le pratiche attualmente utilizzate, la sua economicità e facilità di implementazione e la compatibilità del chitosano con i principi dell’agricoltura biologica.
Particolare attenzione deve essere posta, secondo i dati presentati, alla modalità di ottenimento del prodotto (che deve essere ottenuto mediante impiego di perossido di idrogeno e non con altre tecniche) e alla necessità di usare prodotti controllari e opportunamente registrati per l’uso.
Scarica la relazione in formato .Pdf: Gianfranco Romanazzi - Uso del chitosano nella difesa antiperonosporica della vite e per il controllo dei marciumi di ortofrutticoli in pre e postraccolta
La relazione di Iriti ha posto specifica attenzione all’”Utilizzo di chitosano come induttore di resistenza nelle piante alle malattie fungine e alle virosi".
Dalle esperienze condotte il chitosano sembra essere efficace nel controllo delle malattie virali e la sua efficacia dipende dalle sue proprietà chimico-fisiche e varia in base alle diverse interazioni tra pianta e patogeno.
Per Iriti il chitosano può aumentare i livelli di sostanze fitochimiche bioattive nella pianta (definito anche come “effetti collaterali benefici").
E’ stata alresì evidenziata la possibilità di migliorare la tolleranza alla siccità, aspetto che merita una particolare attenzione per una agricoltura sostenibile nel contesto dei cambiamenti climatici; questo grazie all’azione di chiusura degli stomi che assicura una maggiore conservazione dell’acqua nella pianta.
Scarica la relazione in formato .Pdf: Marcello Iriti - Utilizzo di chitosano come induttore di resistenza nelle piante alle malattie fungine e alle virosi