Questo organismo scatena una malattia denominata “flavescenza” che rapidamente porta al deperimento delle vite colpite.
La malattia è propagata da un insetto parassita che coi suoi voli si sposta rapidamente tra le varie regioni viticole diffondendo la malattia.
Comparsa in Veneto pochi anni fa, la flavescenza si è estesa anche nelle regioni più nobili del nostro patrimonio viticolo ed ora è a pochi chilometri dalla Toscana.
La gravità del caso ha indotto il ministero delle Politiche agricole ad emanare un decreto di lotta obbligatoria.
Ma i viticoltori biologici non si attengono in pratica, impiegando solo insetticidi “naturali” di scarsa efficacia, insufficienti a fermare l’insetto “untore”.
Il professor Cravedi, ordinario di Entomologia presso l’Università Cattolica di Piacenza ha sollevato il problema, ma non ci sono risposte.
E la malattia avanza a ritmi vertiginosi nel cuore dell’Italia. Oltre che costosa per la collettività, per via dei cospicui contributi pubblici, la viticoltura biologica è una minaccia seria per la viticoltura nazionale?
Non basta enunciare la difesa dei prodotti tipici italiani.
Stavolta bisogna agire.
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Fonte: Agronotizie