E' quanto emerge dalla conferenza stampa dello scorso 8 febbraio nello stand Italy, gestito dal Cso: un netto 30% in più sia in termini di presenze che di aziende, rispetto alla passata edizione, buona l'affluenza con oltre 10mila visitatori che hanno potuto incontrare circa 120 espositori qualificati e specializzati in tutti i comparti della filiera pericola e provenienti non solo dall'Italia, ma anche da altri paesi europei, in particolare Olanda e Germania.
"L'edizione del 2017 - dichiara Stefano Calderoni, presidente di FuturPera - ha visto una forte crescita di visitatori stranieri provenienti da tre continenti segnando l'affermazione definitiva di FuturPera come punto di riferimento a livello globale per la pericoltura. Sarà nostro impegno perseguire l'obiettivo dell'internazionalizzazione della manifestazione nella piena convinzione che la produzione italiana di pere possa accrescere in modo significativo il proprio posizionamento su mercati esteri".
Ricco il programma convegnistico, con due giorni dedicati al World pear forum, un convegno organizzato in collaborazione con il Cso Italy che ha visto la partecipazione dei più grandi esperti del settore e incentrato su due grandi temi. Il primo, di contenuto tecnico, come momento di confronto tra figure di primo piano a livello internazionale sulle tecniche più idonee per aumentare la produttività dei frutteti al fine di garantire redditività ai produttori; il secondo, più di stampo commerciale ha messo a fuoco le dinamiche relative alla commercializzazione delle pere per promuoverne il consumo.
Molto interessante è stata anche la giornata tecnica in campo, organizzata in collaborazione con la Fondazione F.lli Navarra, che ha visto la presenza di tecnici specializzati in campo che hanno potuto confrontarsi con le più moderne tecniche di coltivazione.
"La presenza di FuturPera a Fruit Logistica 2018 - conferma Albano Bergami, vicepresidente Oi Pera - dimostra la volontà dell'Organizzazione di rendere sempre più internazionale questo originale ed unico evento interamente dedicato al comparto pericolo. I positivi risultati conseguiti da questa seconda edizione, in termini di presenze e ancora più di contenuti, ci portano già a lavorare alla prossima FuturPera 2019, con la consapevolezza di poter offrire a tutti gli operatori di settore un'occasione unica di sviluppo del proprio business".
L'assessore all'Agricoltura, caccia e pesca della Regione Emilia Romagna Simona Caselli dichiara: "Una fiera specializzata come FuturPera si è affermata sempre più presso gli operatori della filiera ed è naturale che si collochi in Emilia Romagna, dove si producono il 70% delle pere italiane ed il 23% di quelle europee. FuturPera serve soprattutto a diffondere conoscenza ed innovazione ed aprire mercati internazionali.
La regione è impegnata per favorire l'esportazione delle pere e prodotti derivati sui mercati esteri: la recente apertura del 'dossier pere' in Cina rappresenta un successo della missione istituzionale condotta nel novembre scorso, ma si sostengono anche gli sforzi rivolti all'export verso i mercati europei, il Medio Oriente ed il Nord America".
"A fare da cornice, come di consueto Ferrara Fiere, con i suoi ampi e spaziosi padiglioni, recentemente ristrutturati: 16mila mq che ospiteranno sia la parte espositiva che quella convegnistica. Si preannunciano grandi novità per la terza edizione" conclude Filippo Parisini, presidente di Ferrara Fiere.
"Origine group crede in FuturPera"
"FuturPera è nata come una scommessa, poi c'è stata la prova del nove alla seconda edizione, adesso ha davanti la sfida della crescita".Così Mauro Grossi, consigliere di Origine group, intervenendo alla presentazione dell'edizione 2019 della kermesse. "Sotto il nostro brand 'Pera Italia' si raggruppa il 15% della pericoltura italiana: dalla forza dell'aggregazione nasce la volontà di ri-dare valore al prodotto, valore aggiunto al produttore e al territorio in cui opera".
"Il salone ferrarese è un momento importante di valorizzazione di un prodotto che ha bisogno di conquistare nuovi mercati con formule nuove e ricorrendo anche a innovative forme di collaborazione fra imprese", conclude Grossi.