La Conferenza Stato Regioni ha sancito l'intesa sul decreto del ministero delle Politiche agricole per il Fondo da 100 milioni di euro istituito dal decreto Cura Italia per far fronte all'emergenza coronavirus. Gli aiuti saranno erogati rispettando le regole del quadro emergenziale della Commissione europea.

La ministra Teresa Bellanova, in questi giorni impegnata sul fronte della regolarizzazione dei migranti, chiede ora di agire velocemente per offrire il giusto sostegno alle imprese: "Ho chiesto ai miei uffici - osserva Teresa Bellanova - di velocizzare il più possibile ogni attività di sostegno alle imprese agricole, della pesca e dell'acquacoltura. Abbiamo oggi (lo scorso 7 maggio, Ndr) avuto l'intesa dalle regioni per il decreto da 100 milioni di euro".

Tre le misure principali previste dal provvedimento.


La prima misura

La copertura degli interessi passivi sui finanziamenti bancari: 20 milioni di euro, con l'Ismea come soggetto istruttore.

Le risorse sono pari a 20 milioni per la copertura totale degli interessi passivi sui finanziamenti bancari destinati al capitale circolante, e alla ristrutturazione dei debiti nell'esercizio dell'impresa agricola. In questo caso è previsto un contributo massimo per l'impresa agricola, della pesca e dell'acquacoltura pari a 20mila euro.

Si tratta di una misura che mira ad aumentare l'effetto leva del contributo, tenuto conto che è legato a un finanziamento. E per esempio con 15mila euro di contributo si può agevolare un finanziamento da 100mila che potrebbe godere anche della garanzia al 100% di Ismea in attuazione del decreto Imprese, ex Liquidità.

Il soggetto istruttore, come detto, sarà l'Ismea. Il decreto prevede una massima semplificazione della procedura che consiste in una richiesta di finanziamento alla banca che gestirà in forma telematica su piattaforma dell'Ismea la richiesta del contributo e della garanzia.


La seconda misura

La copertura degli interessi dei mutui del 2018 e del 2019: a disposizione 60 milioni, con l'Agea come soggetto gestore.

Le risorse sono pari a 60 milioni per la copertura dei costi sostenuti per gli interessi maturati e pagati nel 2018 e nel 2019 sui mutui contratti nell'esercizio dell'impresa agricola, della pesca e dell'acquacoltura. Per semplificare la gestione amministrativa il decreto prevede una forbice di contributo che va da 500 a 6mila euro per la singola impresa agricola dotata di fascicolo aziendale. Questa scelta è indirizzata da un lato a escludere richieste di aiuto troppo basse e dall'altro di consentire di soddisfare la domanda di una platea la più ampia possibile di imprese. Si stima quindi un minimo di 10mila aziende che possano accedere all'aiuto.

Il soggetto gestore sarà l'Agea. Le banche stesse potranno caricare all'interno del portale dell'Agea, le cifre degli interessi dei mutui delle imprese degli ultimi due anni, certificando così il contributo richiesto. La procedura di erogazione è molto semplice, e sfrutta quanto disposto dal decreto Cura Italia, ovvero l'anticipo del 70% con controlli rinviati al momento del saldo.


La terza misura

La copertura per la sospensione temporanea delle attività di pesca e acquacoltura: a disposizione ci sono 20 milioni.

Le risorse sono pari a 20 milioni, e sono destinate alla copertura degli interventi in seguito all'arresto temporaneo dell'attività di pesca, inclusa quella nelle acque interne, e acquacoltura per effetto delle disposizioni emanate in relazione all'emergenza Covid-19. Questo aiuto sarà oggetto di un altro decreto ministeriale.

Inoltre il decreto prevede che gli importi eventualmente residui delle misure, possono essere utilizzati, per lo stesso anno, per la realizzazione delle misure per le quali i fondi a disposizione non sono stati sufficienti.

"Dopo una settimana dalla pubblicazione del decreto Cura Italia - rileva ancora Teresa Bellanova - abbiamo oggi avuto l'intesa dalle regioni per il decreto da 100 milioni di euro. Abbiamo previsto procedure più semplici e tempi di pagamento più brevi. Interveniamo per i nuovi finanziamenti e per la ristrutturazione dei debiti con aiuti fino a 20mila euro, con un fondo perduto fino a 6mila euro per i mutui già pagati dalle aziende e poi abbiamo destinato 20 milioni per l'arresto temporaneo dell'attività di pesca, anche nelle acque interne, e per l'acquacoltura".

"Sono risposte necessarie a una crisi che non ha paragoni anche nel settore agroalimentare - conclude la ministra Bellanova - è vero che la filiera della vita non si è mai fermata e ha continuato a garantire gli approvvigionamenti di cibo, ma le perdite sono enormi. Per questo serviranno risorse adeguate anche nel decreto di Maggio e su questo stiamo lavorando".