In molte regioni del Sud la produzione di olio è ai minimi, a causa del maltempo o degli attacchi di patogeni come la Xylella. Di segno opposto la situazione al Nord.

Si continua a discutere del Ceta, fra chi lo apprezza e chi lo critica. Intanto le industrie agroalimentari fanno squadra per sfidare i mercati stranieri.

L'export di vino continua a crescere, ma solo in valore, mentre le quantità si assottigliano. Meglio di noi fanno i francesi.

Aiuti per il vino e per l'innovazione. Salgono i limiti per gli aiuti de minimis che ora possono arrivare a 25mila euro per azienda.

La Xylella continua a far discutere per il rinvio della agenzia che dovrebbe contrastarne la diffusione.

Per la lotta alla cimice asiatica gli agricoltori premono per l'impiego degli insetti antagonisti.

Referendum in Svizzera. Sì alle vacche senza corna.

Questi sono solo alcuni degli argomenti incontrati sui quotidiani in edicola in questi ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.


Le due facce dell'olio

L'Italia dell'olio è divisa in due. In alcune aree del Sud si lamentano crolli della produzione, mentre in altre regioni del Nord si salutano raccolti record.
E' lo scenario che si incontra sfogliando i quotidiani degli ultimi giorni, con “Repubblica” del 28 novembre che descrive la pesante situazione che si registra in Sicilia, con una riduzione anche dell'80% della produzione a causa degli attacchi della "mosca" e per i metodi antiquati di coltivazione e raccolta.

Non va meglio in Puglia e le analisi di Italia olivicola, riportate il 27 novembre da “Nuova del Sud”, descrivono una situazione catastrofica, dove la mancanza di materia prima ha costretto alla chiusura di alcuni frantoi, con ripercussioni pesanti sul fronte occupazionale.
In alcuni distretti, come nel caso del parco salentino dei Paduli, preso in esame dal “Quotidiano di Puglia” del 26 novembre, la produzione è crollata dai 13mila quintali dello scorso anno agli appena 300 attuali.

Situazione opposta è quella descritta da “Libero” per l'olivicoltura della Lombardia, che per quanto modesta nel suo complesso, registra aumenti del 65%.
Un aumento che certo non compensa il tracollo produttivo delle aree più vocate e le conseguenze, scrive “Repubblica” del 23 novembre, si fanno sentire sui prezzi dell'olio, in decisa crescita.

Dal "Quotidiano di Puglia" del 29 novembre arriva tuttavia qualche nota positiva. A fronte di una caduta della produzione si ha un innalzamento della qualità dell'olio che può premiare le esportazioni.


Mele su e giù

Anche le mele sembrano andare a due velocità. “L'Adige” del 24 novembre prende in esame l'andamento di Melinda, primo marchio Dop delle mele italiane.
Gli effetti disastrosi della stagione si fanno sentire con una importante flessione delle somme liquidate alle aziende associate al marchio.

Va meglio per i meleti del Friuli Venezia Giulia, dove Friulfruct ha approvato un bilancio che chiude con un balzo in avanti del 50% e un aumento degli ettari coltivati a meleto, come anticipa il 28 novembre il “Messaggero Veneto”.
 

Export, si può fare meglio

L'esame dei mercati continua prendendo in esame l'andamento dell'export, fattore di traino per tutto l'agroalimentare italiano.
Per spingere in questa direzione alcune industrie del mondo della trasformazione si sono riunite in una associazione, che prende il nome di Unione italiana food, attraverso la quale aggredire i mercati stranieri facendo squadra. A darne notizia è “La Stampa” del 25 novembre.

In tema di esportazioni continuano le discussioni sul Ceta, l'accordo dell'Unione europea con il Canada per gli scambi commerciali.
I risultati della sua applicazione in forma provvisoria sono presi in esame da "Il Sole 24 Ore" del 27 novembre, dal quale si apprende che i risultati sono positivi.
Dello stesso argomento si parla sulla “Gazzetta di Mantova”, che raccoglie il parere del presidente della Cia, Dino Scanavino, e di Oscar Farinetti, il patron di Eataly, convinto che i maggiori vantaggi siano per l'Europa piuttosto che per il Canada.
Non tutti sembrano però essere d'accordo con questa opinione e “La Verità” del 23 novembre ospita il parere di chi vorrebbe cambiare alcuni aspetti del Ceta prima della ratificazione definitiva dell'accordo.


Vino, inseguendo i francesi

Parlando di export il pensiero corre subito al vino, fra i prodotti di punta delle nostre esportazioni sui mercati stranieri. L'argomento è preso in esame il 28 novembre da “QN”, dove si commentano le recenti stime elaborate da Vinitaly e Nomisma.
In valore le nostre esportazioni di vino continuano a crescere, ma i volumi del commercio con l'estero segnano il passo, mentre la Francia ci è davanti di alcune lunghezze.

A dare una spinta alle produzioni francesi di vino è poi il settore del biologico, che nel settore enologico ha raggiunto il valore di un miliardo di euro. È quanto si può leggere il 28 novembre sulle pagine di “Italia Oggi”.
 

Aiuti in arrivo

Ancora su “Italia Oggi”, del 23 novembre in questo caso, si continua a parlare di vino per confermare la disponibilità degli aiuti per la distillazione.
Altri aiuti per il vino, ma solo per le produzioni siciliane, sono destinati alla promozione e alla riconversione dei vigneti. Per queste finalità, scrive la “Gazzetta del Sud” del 23 novembre, sono disponibili 36 milioni di euro.

In tema di aiuti “Italia Oggi” del 24 novembre ricorda l'iniziativa del ministero per lo Sviluppo economico che ha messo a disposizione 167 milioni di euro destinati alla "fabbrica intelligente" e ad "agrifood".

Salutato con soddisfazione poi il via libera ottenuto da Bruxelles per aumentare gli "aiuti de minimis" da 15mila a 25mila euro. I dettagli si possono leggere il 27 novembre su “Italia Oggi”.

Attenti però alle tasse sui terreni. Se l'impiego non è agricolo, spiega "Italia Oggi" del 29 novembre, la locazione sarà soggetta a tassazione come "redditi diversi".


Cimici e Xylella

Altri aiuti sono poi previsti per sostenere gli olivicoltori alle prese con i danni della Xylella.
Stando alle anticipazioni del "Quotidiano di Puglia" del 29 novembre, si prevede il passaggio dal Fondo di sviluppo e coesione al ministero per le Politiche agricole di 30 milioni di euro destinati alla lotta al batterio.
A questi si aggiungeranno poi nel 2019 altri 70 milioni, che porteranno a 100 milioni gli stanziamenti complessivi destinati a questa emergenza fitosanitaria.

Per fronteggiare l'emergenza si parla da qualche tempo della prossima istituzione di un'agenzia "anti-Xylella", la cui nascita ha però subito in questi giorni un rinvio.
Sensibili i danni che ne conseguono e che secondo il “Corriere del Mezzogiorno” del 28 novembre ammontano a 5 milioni di euro.

In Friuli Venezia Giulia si continuano a temere gli attacchi della cimice asiatica e dalle pagine del “Messaggero Veneto” del 23 novembre gli agricoltori chiedono di poter utilizzare gli insetti antagonisti per fronteggiare la proliferazione delle cimici.

Dalle pagine de “La Verità” del 27 novembre arriva un appello alle autorità comunitarie per evitare la messa al bando del rame nelle produzioni biologiche. A farne le spese, si legge, sarebbero in particolare i vigneti bio.


Le corna delle vacche

In tema di innovazioni va segnalato l'articolo che “Il Sole 24 Ore” del 23 novembre dedica alla applicazione della "blockchain", già utilizzata per i bitcoin, una delle più note monete virtuali. Le stesse tecnologie sono applicabili all'agroalimentare, consentendo una tracciabilità a prova di errore.

Il Giornale” del 26 novembre si occupa dell'esito del referendum indetto in Svizzera per decidere sull'abolizione del taglio delle corna nei bovini.
L'esito ha dato torto a chi voleva vietare questa pratica.
Segno che i cittadini svizzeri conoscono gli allevamenti e sanno che evitare la crescita delle corna è un'operazione a favore della sicurezza degli animali.

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