Tra i motori dell'economia della Romagna, l'agricoltura e l'industria alimentare spingono sull'acceleratore.

Le province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, rappresentano poco più di un quarto (26,4%) della produzione lorda vendibile (plv) regionale per un valore di quasi 1,28 miliardi di euro.
Le imprese di produzione "alimentari e bevande" in Romagna, nel 2017, sono pari al 12% del totale delle imprese romagnole e al 22,3% del totale regionale. Gli scambi commerciali di prodotti alimentari sono in miglioramento costante dal 2013.
Questi alcuni punti che emergono dal Rapporto 2017 sul sistema agroalimentare della Romagna che si è tenuto lo scorso 21 giugno.

Il presidente della Camera di commercio della Romagna Fabrizio Moretti e Roberto Pinza, presidente della Fondazione Cassa dei risparmi di Forlì, hanno portato i saluti istituzionali lasciando poi la parola a Simona Caselli, assessore all'Agricoltura della Regione Emilia Romagna, che si è soffermata sul tema "2018 anno del cibo: la filiera agroalimentare romagnola".
A seguire, Stefano Boccaletti dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e Roberto Fanfani dell'Università di Bologna hanno illustrato nel dettaglio i dati del rapporto.
L'incontro è proseguito con un interessante dibattito, coordinato dal presidente della Fiera di Forlì e del Collegio periti agrari e periti agrari laureati Forli-Cesena Gian Luca Bagnara, sugli scenari futuri dell'agroalimentare al quale hanno partecipato molti esperti del settore.

"Il sistema agroalimentare - ha dichiarato Moretti - rappresenta un elemento strategico e fondamentale del nostro tessuto, della nostra società e contribuisce fortemente a delinearne l'identità. Un'identità fatta di valori come l'impegno per la qualità, l'innovazione la progressiva internazionalizzazione e che punta sul lavoro, la cooperazione e il ruolo driver di grandi e prestigiose imprese".

"L'importanza del sistema agroalimentare per lo sviluppo del territorio romagnolo trova immediata e piena conferma nei numeri - ha sottolineato Pinza - 6.665 imprese agricole con quasi 30mila occupati che coprono le più varie produzioni agricole e zootecniche ma ciò che rende davvero unico questo sistema aprendolo a nuove possibilità di sviluppo, anche in loco oltre che sul piano dell'export, è la relazione con il paesaggio e con il cibo visto in termini culturali".

"Per il terzo anno consecutivo il settore fa registrare una crescita del valore della produzione regionale, che supera quota 4,8 miliardi di euro, il nuovo record storico per il comparto agricolo al quale la Romagna ha contribuito come sempre assai validamente - ha affermato Caselli - Un bilancio più che positivo e non scontato per un'annata segnata da avversità atmosferiche estreme, che dimostra l'efficacia delle politiche regionali messe in campo. Internazionalizzazione, aggregazione, qualità e distintività delle produzioni sono gli assi portanti della politica regionale, assieme alla lotta al cambiamento climatico e all'uso sostenibile delle risorse".

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Tavolo delle imprese


Le esportazioni agricole

Le esportazioni agroalimentari nel 2017 sono cresciute molto più delle importazioni, 12,8% contro 1,0%, e si attestano rispettivamente a 2.306 e a 1.414 milioni di euro.

I due principali mercati di approvvigionamento sono Ucraina e Brasile per i prodotti agricoli e Ucraina e Argentina per quelli trasformati. Le imprese romagnole acquistano sui mercati dell'Unione europea poco meno della metà delle loro importazioni di prodotti agricoli e poco meno di un terzo di quelle di prodotti trasformati.

Dal lato delle esportazioni, Germania e Francia sono i due principali mercati esteri per i prodotti agricoli sia della Romagna che dell'Italia; il peso dei Paesi Ue è pari rispettivamente al 78,8% ed all'80,7%. La Germania rappresenta il principale mercato di prodotti trasformati per la Romagna, seguita nel primo caso dalla Francia. In entrambi i casi il peso dei paesi Ue si ferma al 63%.

La classifica delle province romagnole per vocazione all'export vede Ravenna al primo posto nel settore agroalimentare (670 milioni) poi Forlì-Cesena (550 milioni) e Rimini (190 milioni).
 

Industria alimentare

Nelle tre province si conta circa il 22% delle ragioni sociali della regione operanti nel settore alimentare e delle bevande, una quota che cresce al 25% se consideriamo solo le attività di tipo artigianale e che scende al 17% per quelle di tipo industriale.

Rispetto all'anno precedente, il numero di ragioni sociali nel settore alimentare e bevande è quasi invariato (-0,1%,), con una leggera riduzione delle attività di tipo artigianale (-0,4%), quasi completamente compensata dall'aumento di attività di tipo industriale (+0,8%).
 

Occupazione in crescita

L'occupazione agricola aumenta nel 2017 nella maggior parte delle province della regione e il maggior incremento si è registrato nella provincia di Forlì-Cesena, con una crescita di quasi 2.900 unità (+21,8%).
Le province di Forlì-Cesena e Ravenna si caratterizzano ancora per un'incidenza dell'occupazione agricola sul totale nettamente superiore alle altre provincie (rispettivamente 7,8% e 7,7%).