E' fatta. Il governo Lega-Movimento 5 Stelle ha preso vita e per il ministero dell'Agricoltura è stato scelto dallo stesso Matteo Salvini Gian Marco Centinaio, un 'leghista dal primo vagito', come ama definirsi. A Centinaio il compito di rilanciare e modernizzare l'agricoltura italiana, difenderla dalla concorrenza estera e battersi a Bruxelles per minimizzare gli effetti dei tagli alla Pac.

Ma chi è Gian Marco Centinaio? E' il figlio della Pavia di Max Pezzali, dice chi lo conosce bene, delle grandi compagnie che si riunivano in piazza per chiacchierare e bere una birra. Nella Bassa Centinaio è semplicemente il 'Giamma'. Alla mano, per alcuni è un 'leghista ruspante', uno di quelli che dice le cose come le pensa, terra a terra, badando poco al politically correct (del presidente del Senato Grasso disse 'terrone di m.").

Classe 1971, un figlio piccolo e una passione per le Harley Davidson, il Parma Calcio e la Svezia, che ha visitato varie volte. Nel 1999 si laurea in Scienze Politiche, con indirizzo Economico territoriale. A 19 anni, siamo nel '90, Centinaio ha già la tessera della Lega Nord in tasca. Nel 1994 è militante e nei Giovani padani incontra Matteo Salvini, con cui stringe una amicizia che dura fino ad oggi.
 
Di agricoltura Centinaio non si è mai occupato, almeno direttamente. A Pavia entrò in Comune come Consigliere nel 2009, poi nominato vicesindaco e assessore alla Cultura e al Marketing territoriale. E in questo senso ha sempre difeso le produzioni locali e l'agricoltura come attrazione turistica. Da qui l'idea, poi sfumata, di accorpare i ministeri di turismo e agricoltura.

Alle elezioni del 2013 la svolta nazionale, viene eletto al Senato, nominato poi capogruppo del Carroccio nel 2014. Il 4 marzo scorso raddoppia, riconfermato a Palazzo Madama. Ma Salvini lo chiama all'incarico di governo.

E come Matteo anche Gian Marco preferisce la felpa alle cravatte. E anche nelle settimane scorse, quando le trattative per formare il governo erano in pieno fermento, era possibile incontrarlo in Piazza della Vittoria a Pavia o sul lungo Ticino per una passeggiata. Di Salvini è un fedelissimo. Quando Roberto Maroni attaccò il segretario ad inizio 2018 accusandolo di 'metodi stalinisti' Centinaio alzò le barricate: "La Lega di Salvini è questa. Prendere o lasciare. Come era la Lega di Bossi. C'è spazio per Maroni così come per tutti. L'importante è rispettare le regole".

Nell'aprile del 2014 tiene un discorso in Aula, alla presenza dell'ex ministro Martina, in cui parla di agricoltura e giovani. "Gli aiuti per i giovani sono necessari per evitare la desertificazione delle campagne. Non deve venire a mancare la futura generazione di agroimprenditori in quanto importanti più che mai nella gestione del territorio. [...] Oltre un terzo degli agricoltori oggi è over 65, mentre gli imprenditori under 35 non arrivano al 10%. Le imprese agricole se messe nelle condizioni di farlo, possono offrire opportunità preziose e concrete soprattutto per i giovani".
 
E di difesa dell'agricoltura e di contrasto alle contraffazioni parla anche in un secondo discorso, sempre in Aula: "La contraffazione a tavola, dati alla mano, è quella più temuta dagli italiani. Il 60% dei cittadini la ritiene più grave delle frodi fiscali e degli scandali finanziari. La contraffazione in Italia vale circa un miliardo, 60 miliardi se si considerano tutti quei prodotti che vengono venduti nel mondo e spacciati come Italiani. La frode alimentare è un crimine odioso. [...] In tutto questo dov'è l'Europa? Quella famosa Europa di cui tutti ci riempiamo la bocca e che dovrebbe aiutarci e invece ci massacra aprendo le porte al riso della Birmania?".

Chi lo conosce bene lo definisce un uomo intelligente, alla mano, pronto a lavorare per il bene comune. A Pavia in molti temevano l'arrivo di un 'barbaro leghista' alla Cultura. E invece Centinaio ha saputo lavorare con destra e sinistra per rilanciare il territorio. Poi certo, da leghista della prima ora non ha mai risparmiato critiche al Meridione. Come quando utilizzava l'email terronsgohome@yahoo.it. Ma ha anche assunto come assistente uno scrittore di colore, il congolese Paul Bakolo Ngoi.