Manca però ancora un bilanciamento del tradeoff fra un sistema di tracciabilità a 360 gradi e i costi dello stesso, oltre che un'adeguata riconoscibilità sul mercato.
È questo uno degli aspetti emersi nel corso del percorso avviato dall'Osservatorio Smart AgriFood del Politecnico di Milano e dell'Università degli Studi di Brescia, l'organo di studio, sviluppo e ricerca candidato a diventare il punto di riferimento italiano per comprendere in profondità le innovazioni digitali (di processo, infrastrutturali, applicative, HW e SW) che stanno trasformando la filiera agricola e agroalimentare.
I primi frutti del lavoro del tavolo dedicato al lattiero caseario dell'Osservatorio, incentrati sui possibili risparmi tramite l'introduzione della digital innovation in ambito agrozootecnico, erano stati presentati un mese fa nel corso delle Fiere zootecniche internazionali di Cremona.
L'Osservatorio ha invitato gli attori della filiera a un incontro di approfondimento legato al più ampio filone di ricerca della qualità alimentare e della tracciabilità.
Nel corso di un incontro molto partecipato dalle aziende sono state presentate le sette dimensioni della qualità alimentare identificate dall'Osservatorio.
Inoltre si è illustrato come la tracciabilità sia in grado di supportare la qualità alimentare e l'efficienza dei processi, si è analizzato il ruolo dell'innovazione digitale come motore e mezzo di miglioramento degli standard qualitativi, e si sono passati in rassegna alcuni macro trend dell'innovazione digitale per la tracciabilità identificati dall'Osservatorio.
"Per ognuno dei tre temi – spiega Filippo Renga, direttore dell'Osservatorio – sono stati presentati casi illustrati direttamente dalle aziende coinvolte: l'oleificio Zucchi sulla qualità e sostenibilità alimentare, GS1 con un progetto di tracciabilità per un attore della distribuzione, latteria Plac Cremona sulla tracciabilità dei mangimi per le produzioni di qualità e Gruppo Italiano Vini sulla blockchain nel vitivinicolo".
Tutte le aziende che stanno partecipando mostrano un forte interesse per l'innovazione digitale, e valutano in termini estremamente positivi i margini di miglioramento resi possibili dalla tracciabilità. Allo stesso tempo mettono in evidenza come sia necessario bilanciare l'efficacia e il beneficio generati da un sistema di tracciabilità a 360 gradi con il costo dello stesso.
"Uno degli aspetti sui quali ci si è focalizzati – continua Renga – è il beneficio dell'innovazione digitale rispetto alle procedure richieste per le certificazioni".
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