Un traguardo importante per un consorzio che ha creduto sin dall'inizio alla potenzialità della Indicazione geografica protetta e che in questi anni ha acquisito autorevolezza e una grande consapevolezza rispetto a quelli che un tempo erano visti da molti solo come progetti ambiziosi, come ha detto il presidente Fabrizio Filippi.
"Abbiamo raccolto allora una scommessa sulla quale credevano in pochi ma che ora risulta un modello vincente di aggregazione e di garanzia - ha continuato Filippi - quando siamo partiti il consorzio era considerato come il parente povero delle Dop. Oggi l'Igp è la denominazione più ricercata anche all'estero".
Negli ultimi anni, poi, grazie all'esempio toscano si sono costituiti altri consorzi Igp in Sicilia, Calabria, Marche e sta per arrivare la Puglia.
"Abbiamo dimostrato di garantire non solo la qualità e la costante tutela del consumatore finale, in modo sempre più rigoroso, ma anche di portare una risposta rispetto alla sostenibilità economica" ha aggiunto Filippi.
"Il consorzio - ha concluso Filippi - ha ottenuto numeri importanti creando un sistema di certificazione blindato e diffuso su un territorio molto più ampio e dovrebbe essere preso ad esempio portando l'agroalimentare di qualità a diventare una delle leve della ripresa dell'economia toscana".
Il peso dell'Igp sul Pil agricolo è importante con oltre 120 milioni di euro e secondo un'indagine di Banca CR Firenze - Intesa San Paolo, il valore della produzione di olio esportato dalla Toscana si aggira intorno ai 600 milioni di euro.
Un dato che richiama l'interesse di grandi gruppi industriali, come sottolinea la Coldiretti, interessati a produrre olio nella nostra regione cercando di sfruttare il nome Toscana, e per questo le denominazioni di origine diventano sempre di più uno strumento fondamentale per la tutela sia dei consumatori che dei produttori.
Oggi come ricorda l'associazione di categoria circa il 25-30% dell'olio prodotto in Toscana è venduto come olio a denominazione di origine, compreso tra le cinque Dop della regione e il consorzio Igp che da solo raccoglie oltre 11mila olivicoltori e 300 frantoi, con una produzione che rappresenta il 30% di tutti gli oli a origine certificata in Italia.
Numeri che danno una buona ragione per festeggiare i venti anni del consorzio, anche in un'annata che a livello produttivo non è delle migliori.
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Fonte: Coldiretti Toscana