Presidente, qual è dal suo punto di vista lo stato di salute attuale dell'agricoltura italiana?
"I numeri sono chiari e parlano di un'agricoltura che, nonostante le difficoltà, ha saputo affrontare al meglio la congiuntura negativa. L'agricoltura ha registrato ottimi tassi di crescita per l'export e il suo valore, oltre a un aumento dell'occupazione, in controtendenza rispetto agli altri settori economici.
Tutto ciò è stato ottenuto per merito del lavoro degli agricoltori, ostacolati comunque da tanti problemi, in particolare il livello di prezzo e le poche garanzie in termini di redditività per certi settori. E' necessario che il governo e le istituzioni inizino a occuparsi molto di più di agricoltura, facilitando di più il lavoro dei nostri imprenditori agricoli".
Questione made in Italy: qual è la rilevanza dell'export agroalimentare e quanto sarà importante per i fatturati delle nostre imprese in futuro?
"L'export sarà sempre di più una quota molto importante dei bilanci delle nostre imprese, ma deve tornare a crescere anche il consumo interno. Dobbiamo puntare a vendere meglio i nostri prodotti, cercando di valorizzare il più possibile le nostre eccellenze. E' necessario trovare un giusto equilibrio fra domanda interna ed estera, facendo crescere sempre di più l'appetibilità delle nostre produzioni".
Come procede il ricambio generazionale nel settore agricolo italiano? I bandi per i giovani agricoltori nella nuova programmazione dei Psr possono aiutare?
"I risultati ci sono e sono positivi, il ricambio generazionale è un tema importante ed è un processo in corso. I Psr, se gestiti in modo corretto, aiutano certamente lo sviluppo di nuove aziende condotte da giovani agricoltori. Il problema è che la nostra agricoltura resta vecchia, per questo bisogna accelerare ancora di più con il ricambio generazionale".
Mancano appena dieci giorni alla chiusura di Expo. Qual è il bilancio della manifestazione secondo lei? Che effetti può avere per l'agroalimentare italiano?
"E' innegabile che Expo abbiamo riscontrato un grande successo in termini di interesse e visitatori. Ritengo però che Copagri abbia presentato l'unico vero progetto sull'agroalimentare: nel nostro padiglione, formato da due splendide cupole, abbiamo presentato i prodotti di eccellenza dei nostri agricoltori. Tutto questo è legato al progetto Love It.
A questo brand è associata l'apertura di una catena di ristoranti-negozi dei nostri prodotti di eccellenza. Il primo ristorante sarà inaugrato il 24 ottobre a Milano, e poi a seguire nelle altre principali città italiane. L'obiettivo è dare visibilità e valore aggiunto, nell'ambito di una filiera corta, alle eccellenze agroalimentari dei nostri produttori. Non vogliamo prenderci meriti come Copagri, mi piacerebbe che tutti si unissero nella grande partita per la difesa del made in Italy".
Ricerca e innovazione in agricoltura: qual è il suo parere sulla questione degli Ogm?
"La posizione di Copagri sugli Ogm è sempre stata molto chiara. Il nostro no alla produzione Ogm in Italia non è dettata da una posizione ideologica. Crediamo piuttosto che sia un errore strategico per l'azienda-tipo che c'è in Italia, di piccole dimensioni e incentrata sull'alta qualità dei prodotti. Gli Ogm possono essere una buona opportunità nei Paesi con aziende di tipo estensivo, con centinaia di ettari a disposizione. Per come è costituito il sistema agricolo italiano, con piccole aziende intensive e con produzioni di grande eccellenza, la produzione di Ogm in Italia sarebbe un errore di strategia"
Le agroenergie possono rappresentare una valida integrazione al reddito agricolo o rischiano di competere con la produzione agricola minando il raggiungimento degli obiettivi riguardanti la food security?
"Le nostre aziende sono state tra le prime a investire in agroenergie, utilizzando gli scarti di produzione. Su questo tipo di produzione siamo assolutamente favorevoli, perchè la possibilità di diversificare e integrare il reddito agricolo è un'opportunità. Siamo contrari invece a tutto ciò che sottrae terra all'agricoltura. In particolare, ci sono tanti esempi di produzione di biogas o di energia rinnovabile con pannelli fotovoltaici, che hanno eroso terra fertile non più recuperabile".
Questione quote latte: a sei mesi dalla fine delle quote, come hanno reagito i mercati?
"Quello del latte è un mercato molto complicato, specialmente per il discorso del prezzo. Dobbiamo lavorare per la difesa dei produttori italiani e delle loro produzioni di grande qualità. Abbiamo sempre detto "Stop alle quote", in favore di un'apertura dei mercati. La condizione però è la difesa dei nostri produttori, alla ricerca di un prezzo equo, in grado di garantire la copertura dei costi di produzione e un buon livello di redditività".
Parliamo di un altro tema di grande attualità in Europa: il Ttip. Rappresenta una scelta strategica o una minaccia per l'export made in Italy?
"Il Ttip può rappresentare una partita strategica. Copagri non è contraria ai mercati chiusi, ma siamo per tutto ciò che apre. Anche qui a condizione che venga difesa, promossa e salvaguardata la produzione agroalimentare di eccellenza del made in Italy".
Quali sono gli obiettivi futuri per Copagri?
"Sicuramente un obiettivo importante per noi, come abbiamo detto, è il lancio del progetto Love It. Inoltre, senza dubbio, cercheremo di continuare a lavorare, in Agrinsieme, per portare risultati importanti all'agricoltura italiana".