Per queste ragioni il governo australiano ha dichiarato tramite il documento "Preliminary Affirmative Determination and Imposition of Securities" di voler imporre dazi differenziati in entrata sulla vendita dei prodotti a partire dal primo novembre.
Per giungere a questa decisione preliminare "il commissario ha accertato che merci oggetto di dumping avrebbero causato un grave pregiudizio all'industria australiana" riporta la nota. Nel documento del Governo australiano si legge inoltre che fra le varie aziende elencate passibili dell'imposizione del dazio fanno eccezione due realtà produttive che non subiranno l'imposizione dei dazi anti-dumping poiché "sono state classificate come aventi margini di dumping trascurabili".
L'associazione australiana dei produttori di ortaggi e tuberi, Ausveg, ha evidenziato che la difficile situazione vissuta dall'azienda SPC Ardmona è il risultato di pratiche sleali da parte degli esportatori italiani che, secondo l'azienda, avrebbero causato il contenimento dei prezzi, minore redditività e riduzione dei volumi di vendita.
Secondo il portavoce di Ausveg, Hugh Gurney, "questa relazione dimostra l'importanza di un'azione preventiva per evitare che comportamenti sleali abbiano effetti negativi sull'industria come accaduto in questa occasione".
Le statistiche dell'Australian Bureau of Agricultural and Resource Economics and Sciences (ABARES) mostrano inoltre che l'Australia nel 2011-12 ha importato verdure per un totale di 863 milioni di dollari.
"L'ingresso di prodotti ortofrutticoli a prezzi troppo bassi, che in gran parte provengono dai paesi europei, sta diventando dilagante nel comparto dei pomodori trasformati ed in quello delle patate e sta causando gravi danni ai produttori australiani" ha concluso Gurney.
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Fonte: Italiafruit