Il Piano di Eradicazione delle Malattie Infettive in Campania va incontro a qualche incidente di percorso. Molti allevatori bufalini della provincia di Caserta lo bocciano: sono 300 secondo il Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino - del quale è portavoce leader nazionale di Altra Agricoltura Gianni Fabbris - quelli che hanno riconsegnato l'11 aprile scorso simbolicamente le chiavi delle stalle al prefetto di Caserta.

 

E danno vita oggi alla manifestazione di protesta con corteo in autostrada che si tiene tra il casello A1 di Capua e la barriera di Napoli Nord e con ritorno verso l'uscita di Caianello. Gli allevatori lamentano di non essere stati ascoltati durante la fase di concertazione del Piano, che non sarà per loro in nessun modo possibile gestire le mandrie, dovendo, tra l'altro, rinunciare al lavoro dei contoterzisti e non potendo vaccinare in allevamenti non indenni e i capi adulti, mentre chiedono anche un'estensione territoriale della vaccinazione obbligatoria a tutta la regione. Non solo, vogliono la sospensione del Piano per poterlo rinegoziare con il presidente della regione Vincenzo De Luca, direttamente chiamato in causa come titolare della delega alla Sanità.


Il rischio dello sciopero dei veterinari

D'altro canto sono ormai sul piede di guerra anche i veterinari che lavorano in convenzione per l'Azienda Sanitaria Locale di Caserta. I veterinari della specialistica ambulatoriale sono pronti allo sciopero se la Direzione Generale della Sanità della Regione Campania e la Asl di Caserta non mostreranno i bilanci, spiegando perché negli ultimi anni non hanno pagato loro gli straordinari previsti dal contratto nazionale di lavoro, atteso che i professionisti, lavorando in convenzione, hanno svolto fino al 70% dei controlli previsti dalla profilassi di Stato nel vecchio Piano di Eradicazione.


Nei prossimi giorni sarà più chiaro l'esito di questa vertenza perché forse saranno finalmente resi noti i bilanci di Asl e Regione relativi agli straordinari non pagati: strumenti contabili che fino ad oggi Regione Campania ed Asl non hanno mostrato, resistendo persino in giudizio innanzi al Tar Campania, ma i magistrati hanno posto il termine dell'11 aprile scorso oltre il quale Regione e Asl sarebbero stati commissariati "ad acta" dal Ministero della Salute e costretti di fatto a spiegare dove siano finiti i soldi spettanti ai professionisti in convenzione, guidati da Marcello Di Franco, presidente nazionale della Federazione Specialisti Ambulatoriali. Si attendono su questo fronte sviluppi.

 

La protesta degli allevatori e il Piano della Regione

Gli allevatori bufalini con la manifestazione di oggi chiedono un tavolo di confronto con il responsabile della Sanità in Campania, il presidente Vincenzo De Luca. Perché ritengono assolutamente ingestibile il Piano adottato, del quale chiedono una sospensione ed una revisione.


L'assessore all'Agricoltura Nicola Caputo, nella serata dell'11 aprile scorso, ha tentato di disinnescare la protesta, cercando di spiegare meglio come funziona il Piano di Eradicazione nella zona cluster d'infezione che coincide con il territorio di quattro comuni del Basso Volturno lungo la fascia costiera tirrenica.

 

Le precisazioni di Caputo

"Il Piano varato dalla Regione Campania per eradicare la tubercolosi e la brucellosi è stato discusso a più riprese con i rappresentanti degli allevatori nei vari incontri svolti presso gli uffici regionali e le aziende. Il Piano è stato condiviso con il Ministero della Salute ed è stato integrato con le osservazioni del Centro di Referenza Nazionale per le brucellosi di Teramo, per arrivare ad una formulazione che, partendo dalle indicazioni fornite dalle autorità sanitarie e scientifiche, tiene in conto anche delle esigenze segnalate dal territorio" ha precisato l'assessore all'Agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo, facendo chiarezza in seguito alle incomprensioni registrate da parte di alcuni operatori.

 

"Il Piano - sottolinea Caputo - è il frutto di un lungo lavoro di analisi tecnica e normativa, e di un'azione continua di condivisione sia con gli operatori del settore che con le associazioni di categoria. Il primo punto della nostra azione è sempre stato la trasparenza e, proprio per questo, abbiamo deciso di costituire un Tavolo trasparenza, con il coinvolgimento degli operatori, per monitorare maggiormente l'andamento del Piano e per, eventualmente, mettere in atto azioni correttive".

 

In particolare, ecco cosa prevede il Piano regionale per eradicare la tubercolosi e la brucellosi in provincia di Caserta secondo le precisazioni fornite dall'assessorato Agricoltura della Regione Campania con riguardo alle richieste degli allevatori in stato di agitazione.


Vaccinazione, sugli adulti non si può

Il Piano introduce la vaccinazione obbligatoria per i capi tra i 6 e i 9 mesi solo nelle aziende ufficialmente indenni nell'area cluster, mentre è facoltativa nei comuni cuscinetto. Gli allevatori casertani chiedono l'estensione generalizzata del vaccino a tutta la regione e negli individui adulti.


In proposito Regione Campania precisa:

•"La vaccinazione è obbligatoria anche nelle aziende dove il focolaio è stato estinto, ossia quando è effettuato l'ultimo controllo per la chiusura del focolaio stesso e non solo nelle aziende in possesso della qualifica sanitaria di Indenne da Brucellosi;
• la vaccinazione nei comuni cluster e nelle aree cluster non può essere facoltativa in quanto provocherebbe dei "vuoti immunitari" sul territorio e non garantirebbe la protezione dell'intera area sottoposta a profilassi vaccinale (Regolamento UE 429/2016 e Atti Delegati);
• la vaccinazione negli adulti non può essere consentita in quanto gli animali vaccinati diventerebbero portatori di Brucella RB51 e gli stessi costituirebbero fonte di eliminazione con gli escreti e secreti in maniera intermittente. Inoltre, sono documentati gli aborti da ceppo vaccinale (la bibliografia a riguardo è particolarmente consistente)".

 

Autocontrollo, test a discrezione del veterinario aziendale

Secondo gli allevatori le procedure di autocontrollo finirebbero per essere consentite solo in tre casi: aborti, entro trenta giorni dal parto, sul latte.

 

Regione Campania in proposito precisa:
• "L'autocontrollo non prevede prove ufficiali che possono essere eseguite solo dall'Autorità Competente e quindi dai Servizi Veterinari delle Aassll; di contro, in autocontrollo, possono essere eseguiti gli esami su latte mediante Elisa, sia di massa che su singolo capo, ogni qual volta il veterinario aziendale lo ritenga necessario; è fatta eccezione per i tori e per le manze prima del parto a cui può essere prelevato il siero unitamente al veterinario ufficiale, con destinazione dei sieri all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale per il Mezzogiorno.
• le analisi in autocontrollo saranno eseguite dalle diverse sedi dell'Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno".

 

Sulla questione dei contoterzisti, cui è fatto divieto di ingresso negli allevamenti per evitare contagi, manca una risposta di Regione Campania.