Le prime avvisaglie si erano già sentite nella primavera scorsa, soprattutto in alcune zone della regione come la Maremma. Poi il perdurare della siccità ha aggravato la situazione con una riduzione della produzione di foraggi.

Una riduzione che per quanto riguarda il fieno, Confagricoltura stima intorno al 40% rispetto alle produzioni regionali ordinarie e che ha costretto gli allevatori ad acquistarlo con un aggravio dei costi.

Una perdita che si è fatta sentire sul comparto zootecnico toscano, che rappresenta il secondo settore produttivo per contributo alla produzione lorda vendibile regionale, che con 540 milioni di euro rappresenta oltre il 20% della Plv.

Per Confagricoltura Toscana comunque ci sono anche segnali positivi, soprattutto per quanto riguarda l'allevamento bovino, in particolare quello da carne, che ha fatto registrare un aumento della vendita di carne di razza Chianina.

Una razza che in Toscana conta oltre 20mila capi, di cui quasi la metà iscritti al libro genealogico, e si prevedono ulteriori aumenti nei prossimi anni.

Per Nicola Ciuffi, presidente regionale della sezione bovini di Confagricoltura, quello che manca è una filiera unitaria che porta ogni allevatore a vendere il proprio prodotto senza che ci sia una organizzazione capillare che possa proporre sul mercato quantitativi importanti.

Il limite per Ciuffi è quello di non avere quantitativi che possono garantire un approvvigionamento adeguato alla grande distribuzione. Mentre la concentrazione dell'offerta, realizzabile facendo rete, potrebbe portare ad un aumento dei prezzi rendendo più competitivi i prodotti regionali.